di Anna Chiappini e Davide Nanni*
Giovedì 28 marzo il Comune di Ferrara ha pubblicato le graduatorie provvisorie per l’iscrizione ai servizi educativi dei bambini da 0 a 6 anni. Le domande pervenute sono state 665 per i nidi e 541 per la scuola d’infanzia. Le famiglie interessate avranno 6 giorni secchi, a cavallo della Pasqua, per presentare ricorso e far valere le proprie necessità: eventuali rimostranze, infatti, devono essere inviate per mail agli uffici competenti entro il 3 aprile. Il 5 aprile saranno pubblicate le graduatorie definitive.
Tempistiche che, ancora una volta, stridono con la necessità di “rispondere alle esigenze delle famiglie”, che faticano sempre più a conciliare tempi di vita e di lavoro, ventilata dall’Amministrazione. Una vera e propria mancanza di rispetto, che da un lato limita nei fatti il diritto dei genitori a presentare ricorso, dall’altro mette inutilmente sotto pressione gli stessi impiegati comunali, costretti ad esaminare in una sola giornata le domande pervenute.
Del resto, nonostante gli impegni presi pubblicamente dalla giunta Fabbri, le liste di attesa per accedere ai servizi educativi nel Comune di Ferrara non sono diminuite in modo significativo e pesa una distribuzione dei posti, pubblici e in convenzione, non sempre adeguata alle domande del territorio. I tempi per accettare il posto assegnato, una volta uscite le graduatorie definitive, saranno forse ancora più stretti: dal 9 al 15 aprile per la prima assegnazione, dal 6 al 9 maggio per la seconda.
Noi crediamo, al contrario, che la Pubblica Amministrazione debba lavorare in tempi umanamente sostenibili e nell’interesse delle famiglie, cercando di coniugare al massimo le richieste con la necessità di avere un posto vicino alla propria abitazione. Per questo, occorre spendere meglio i fondi del Pnrr, ampliando le opportunità educative e i posti nido laddove il servizio pubblico è carente ma rimane alta la domanda delle famiglie. Più volte, negli anni passati, abbiamo sollevato il problema dei tempi compressi delle pratiche d’accesso ai servizi educativi e ricreativi. Le famiglie non possono continuare a sostenere maratone burocratiche per avere almeno la speranza di accedere a un servizio essenziale, che in alcuni comuni emiliano-romagnoli è pure gratuito.
A molti genitori ferraresi non resta che arrangiarsi? Non ci rassegniamo, per combattere il calo demografico e ristabilire equità occorrono politiche educative decisamente più serie, coraggiose, lungimiranti.
*Consiglieri Comunali del Gruppo PD Ferrara
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