di Pietro Perelli
“Ferrara, città patrimonio dell’Unesco, da diversi anni sta subendo una trasformazione non coerente con la tutela del patrimonio”. Introduce così Ilaria Baraldi, consigliera comunale del Pd, l’incontro promosso durante la Festa dell’Unità, tra i cui ospiti ci sono Romeo Farinella, professore di Progettazione Urbanistica dell’Università di Ferrara, Carla Di Francesco, presidentessa Fai Emilia Romagna, Marco Mari, Former president del Green Building Council Italia. A coordinare l’incontro Roberta Fusari architetta professionista in rigenerazione e innovazione urbana e della sostenibilità ambientale delle città oltre che consigliera comunale per Azione Civica.
Al centro del dibattito come spiega Ilaria Baraldi una diversa idea di utilizzo del bene pubblico rispetto all’attuale giunta cittadina ma anche “quali sono le responsabilità del cittadino”, “quale la relazione tra cultura e turismo” e “come possono cambiare le città patrimonio Unesco”.
“Ferrara – sottolinea Roberta Fusari – lo è dal 1995” in quanto “bene che possiede un eccezionale valore universale”.
Carla Di Francesco ricorda che “Unesco è un’agenzia dell’Onu per la cultura, educazione e la scienza” e “da quando ha iniziato la sua attività nel dopoguerra la prima convenzione è stata quella per la protezione dei beni in caso di eventi bellici”. Un’agenzia che da riconoscimenti e i cui ispettori monitorano i territori a cui è stato dato un riconoscimento ma spetta ai comuni, allo stato e ai cittadini vegliare sul patrimonio stesso. L’esempio portato è quello di Dresda che decidendo di costruire il Waldschlösschenbrücke, un ponte ad arco osteggiato dall’Onu è uscita dai patrimoni Unesco a seguito di un referendum. Referendum nel quale i cittadini erano chiamati a scegliere tra il ponte o il rimanere città patrimonio Unesco.
Questo però non vuol dire immobilismo e lo spiega bene Romeo Farinella quando dice che “Ferrara porta con sé una storia ricca e complessa” e che “la storia complessa è fatta di ibridazioni, contaminazioni e cambiamenti”.
“Oggi – aggiunge Farinella – l’espansione urbana deve cambiare se vogliamo continuare a vivere nelle città”; serve “migliorare ciò che c’è” invece di vivere in continua espansione. Continua espansione che ha provocato e provoca “aumento del consumo di suolo, fattore determinante nel cambiamento climatico e di grande pericolo come dimostrato dalle recenti alluvioni”.
“Siamo di fronte a una crisi rilevantissima – dice Mari – e ancora più rilevante per le città, progettate per climi diversi in momento storici diversi”. Ormai lo si dice da anni ma “ci si trova di fronte a un bivio e non possiamo più girarci dall’altra parte”. Oggi poi i cambiamenti climatici “hanno iniziato a toccare il portafoglio” e ciò aumenta la sensibilità sul tema. Un problema immenso che però “si può e si deve risolvere sennò leviamo la speranza ai giovani”.
E per fare ciò una grade mano può darla la tecnologia e l’innovamento scientifico nelle costruzioni così come in tutto ciò che impieghiamo quotidianamente. Farinella pone però attenzione alle disparità che si creano o intensificano tra le diverse aree del mondo attraverso questo approccio. “O il tema ambientale diventa anche un tema di lotta alle diseguaglianze – dice Farinella – o rischiamo il rafforzamento della polarizzazione tra ricchi e poveri”.
Problemi complessi che si intrecciano, partendo da una città patrimonio dell’Unesco si arriva a parlare di cambiamenti climatici perché temi che si devono affrontare una visione complessa e lungimirante. Temi che si legano direttamente alla vivibilità per i cittadini e al turismo in una città di arte e cultura come Ferrara.
“Tutt’ora – dice Carla Di Francesco – quando parli con un amico o un turista incontrato per caso ti dice: ‘ma che bella città, Ferrara dà l’idea di essere una città vivibile’”. “E questo – aggiunge – non va snaturato, non stiamo dicendo si o no al grande evento, ormai elemento fondamentale per il turismo”.
Ciò che Di Francesco sottolinea è invece l’importanza di non snaturare elementi fondanti della città per eventi rendendo complessa la fruizione per il cittadino o per il turista stesso.
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