Il congresso di Azione ha sancito la nascita, almeno nelle intenzioni, del terzo polo. Calenda parla di “un terzo polo del riformismo e della cultura di governo”. L’idea è quella di arginare il populismo e il sovranismo. Ferrara forse ne avrebbe bisogno di quell’argine.

Calenda dice che il Paese ha bisogno di riformismo e cultura di governo. A Ferrara oggi più che mai avremmo bisogno di una classe politica capace di confrontarsi su idee e progetti di sviluppo, invece continuiamo ad assistere ad uno scontro tra demagogia e ideologia. Purtroppo la concretezza non è di questa stagione.

Di terzo polo a Ferrara aveva parlato di recente anche Mario Zamorani, storico leader dei radicali. Nella sua idea la coalizione comprendeva +Europa, Azione e – chissà – Italia Viva. È d’accordo?

Più che di terzo polo noi siamo convinti che occorra uscire dai recinti ideologici e dai confronti tra tifoserie politiche per dare spazio a pragmatismo e concretezza per affrontare i problemi nuovi e antichi di questa nostra comunità locale. E questo siamo disposti a farlo con chiunque ci sta.

Calenda sostiene che il grande centro non esiste più. E individua in una grande “area pragmatica che contiene le grandi famiglie politiche europee”, coinvolgendo nelle intenzioni – quantomeno di dialogo – tutti i partiti dal Pd a Forza Italia tranne Fdi e M5s. È possibile una operazione simile anche in chiave locale?

Localmente mi sembra abbastanza complicato, ma mai dire mai. Probabilmente anche a Ferrara potremmo assistere ad una scomposizione e ricomposizione delle alleanze politiche. Se così fosse noi saremo in campo per giocare la nostra partita.

Azione a livello nazionale vuole arrivare al 20%. A Ferrara dove vuole arrivare?

Le ambizioni di crescita non ci mancano di certo.

Cosa può offrire questo partito rispetto agli altri?

Pragmatismo e concretezza. In questo particolare momento essere un partito che non ha una storia alle spalle credo ci dia più forza nel progettare il futuro.

Di cosa ha bisogno Ferrara nel 2022?

Siamo la città più vecchia del mondo, ma abbiamo anche una Università capace ed attrattiva. La sfida è fare stare insieme queste due cose costruendo un sistema di welfare adeguato ed orientato alla città che invecchia e contemporaneamente essere città accogliente per i giovani che studiano qui per fare in modo che restino anche dopo gli studi a lavorare, fare famiglia e radicarsi. Una grande sfida.