Tari e parcheggi, Pd: “Aumenti ingiustificati”
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Il presidente del consiglio comunale Lorenzo Poltronieri è stato denunciato per falso ideologico, diffamazione e calunnia.
A depositare la querela è stata Rossella Arquà. Sullo sfondo della denuncia ci sono le dimissioni ‘volanti’ ottenute davanti a dei cassonetti dei rifiuti, per strada.
Per capire i contorni della vicenda bisogna risalire allo scorso 10 giugno, quando la Digos effettua una perquisizione in casa dell’allora fedelissima del vicesindaco Nicola Naomo Lodi.
Arquà in quel momento scopre di essere indagata per le lettere anonime e minatorie al vicesindaco e, in un paio di occasioni, anche a se stessa, da aprile a giugno.
La mattina successiva viene contattata dal segretario provinciale della Lega, Davide Bergamini. Bergamini era già a conoscenza della perquisizione. Le intima di rassegnare le dimissioni dalle cariche di partito e anche quella di consigliera comunale, preannunciando che il giorno successivo la stampa (un solo giornale) avrebbe dato ampio risalto alla vicenda.
Poco dopo la consigliera riceve una telefonata da parte del presidente del consiglio comunale Lorenzo Poltronieri (anch’egli della Lega), che la invita a recarsi subito in Comune per firmare le dimissioni da consigliere.
Lei si rifiuta e Poltronieri, “con fare insistente”, le chiede dove si trovi in quel momento e così la raggiunge insieme al suo segretario particolare, Giuseppe Milone. Una volta a tu per tu le fa sottoscrivere lungo la strada, in via Spadari, in prossimità dei cassonetti dell’immondizia adiacenti alle Poste centrali, un documento già predisposto, contenente la richiesta di dimissioni da consigliera comunale, “che la stessa non ha avuto modo nemmeno di leggere compiutamente”, come fa notare nella querela il suo avvocato, Fabio Anselmo.
Tutto questo in un momento “di assenza di lucidità, di profonda ed evidente prostrazione e disorientamento emotivo a fronte della perquisizione domiciliare da poco subita e dalla preannunciata fuorviante campagna di stampa relativa alla vicenda giudiziaria che la vedeva protagonista”.
Per questo, ritenendo quelle dimissioni illegittime “perché assunte con modalità contrarie alla legge”, il 24 giugno Arquà invia formale diffida agli organi comunali, intimando di astenersi dal dare corso alla procedura di surroga dal ruolo di consigliera, prevista nel corso del consiglio comunale del 28 giugno.
Alla luce della singolare modalità di ricezione delle dimissioni, il segretario comunale Ornella Cavallari avvia una istruttoria interna per capire come si fossero svolti i fatti, invitando Poltronieri a fornire spiegazioni.
Il presidente del consiglio invia una nota il 24 giugno in cui afferma genericamente che la diffida della Arquà conteneva “affermazioni false ed infamanti circa la condotta del sottoscritto, che si è limitato a raccogliere dette dimissioni presentate personalmente dall’interessata ed a protocollarle immediatamente”.
Poltronieri, quindi, nega integralmente tutte le circostanze dedotte nella diffida dell’Arquà. Ma all’esito dell’istruttoria la Cavallari, “pur non condividendo le valutazioni in diritto – sottolinea l’avvocato -, dava atto che la ricostruzione dei fatti contenuti nella diffida fosse corretta, con particolare riferimento alla singolare acquisizione delle dimissioni, fuori della casa comunale, da parte del presidente del consiglio”, che “dunque veniva clamorosamente smentito”.
Poltronieri di conseguenza, secondo l’Arquà, “nella sua qualità di pubblico ufficiale nell’esercizio delle funzioni, ha scritto il falso in un atto pubblico destinato ad un altro pubblico ufficiale, quale il segretario comunale, commettendo in tal modo il reato di falso ideologico”.
Poltronieri avrebbe anche accusato falsamente l’Arquà di aver riportato nella diffida “affermazioni false ed infamanti”, rendendosi quindi “responsabile di calunnia e diffamazione” ai danni della consigliera che, come rilevato dal segretario generale, “ha raccontato i fatti esattamente come sono avvenuti”.
Falso sarebbe “anche che Poltronieri sia stato contattato dall’Arquà” per rassegnare le dimissioni, mentre è vero l’opposto: “è stato il presidente del consiglio a contattarla e raggiungerla in strada con un foglio di dimissioni già predisposto”. Nella denuncia viene allegata la schermata con la telefonata fatta da Poltronieri.
Poltronieri viene clamorosamente smentito anche dal suo segretario Giuseppe Milone. In una nota inviata al segretario generale il 27 giugno (il giorno prima del consiglio comunale che doveva procedere alla surroga), il funzionario conferma che le dimissioni sono state fatte firmare “sul marciapiede a pochi metri dall’incrocio tra via Spadari e via Beretta”. Tra l’altro è Poltronieri a dirgli, la mattina dell’11 giugno, di accompagnarlo alle Poste centrali “per una questione attinente al nostro ufficio, dicendomi che lungo il tragitto mi avrebbe spiegato il motivo”.
La ricostruzione di Milone rispecchia quella dell’ex consigliera: “dal presidente viene consegnata alla signora Arquà una lettera contenente una dichiarazione di dimissioni, intestata alla stessa Arquà, la quale dopo aver letto il testo di poche righe, lo firmava sul posto e lo restituiva a Poltronieri”.
Ottenuta la firma, Poltronieri, “con in mano la lettera di dimissioni, salutava la signora Arquà e sempre in mia compagnia rientrava in Municipio, dove mi chiedeva di accompagnarlo presso un funzionario abilitato, per procedere alla protocollazione della lettera di dimissioni”.
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