Prima della cerimonia di consegna della chiavi della città di Ferrara il Capo della Polizia Lamberto Giannini ha incontrato i genitori di Federico Aldrovandi. Un incontro riservato, tenuto in forma privata nell’ufficio del questore Cesare Capocasa.
Un incontro “emozionante, positivo, sentito veramente” come lo definisce Patrizia Moretti: “Il prefetto Giannini ci ha confermato che i momenti che si sono succeduti da quel 25 settembre ad oggi, come i depistaggi e gli applausi a chi ha ucciso nostro figlio, sono stati estremamente divisivi all’interno del Corpo.
Giannini è il terzo Capo della Polizia che incontra gli Aldrovandi. Prima di lui Patrizia e Lino Aldrovandi erano stati ricevuti da Antonio Manganelli e Alessandro Pansa. Ma il faccia a faccia di mezz’ora nelle stanze di Palazzo Camerini ha avuto un sapore diverso: “mentre ci parlavano erano commossi; mi hanno molto colpito alcune parole, come il fatto che il manifestarci questa vicinanza era vissuta come un’esigenza personale”.
Alle parole di solidarietà sono seguite quelle programmatiche: “l’auspicio del Capo della Polizia è che certe cose cambino. E vuole farlo puntando su formazione e cultura”. Un esempio che è stato fornito ai genitori di Federico è quello del rave party sul lago di Mezzano: “si preferisce una attività dissuasiva a una repressiva”.
“Spero davvero che le cose cambino – riprende Moretti -. Ce lo siamo sentiti dire molte volte, ma quei quattro (gli agenti condannati per l’omicidio colposo del diciottenne, ndr) sono ancora in servizio, tranne uno che è in pensione. E purtroppo fatti come quello di 16 anni fa continuano ad accadere. Ma se dalla tragedia di nostro figlio si può costruire qualcosa di positivo, un vero cambiamento all’interno della Polizia, allora noi genitori non possiamo che esserne felici. La storia di Federico ormai va oltre le questioni di giustizia specifica, è una pietra angolare nella lunga scia di casi di vittime dello Stato”.
Anche per Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi l’unica soluzione è una cultura diversa all’interno delle forze dell’ordine e maggiori controlli sul loro operato”.
Insieme agli Aldrovandi e a Giannini era presente il questore Capocasa. Già in passato aveva voluto incontrarli e conoscerli in forma privata per testimoniare la sua vicinanza. “Ho tenuto molto – aggiunge Moretti – a ringraziarlo davanti al Capo della Polizia, perché il questore si è dimostrato davvero importante per noi. Non ci ha voluto semplicemente incontrare, ha voluto conoscerci, farci sentire di continuo la sua vicinanza. Ci tiene a esserci per noi. E questo fa la differenza”.
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