Il trenino dello scandalo targato Lega dovrà attraversare ancora una stazione prima di fermarsi, eventualmente, sul binario morto dell’archiviazione.
Il gip Danilo Russo ha fissato una udienza per discutere la richiesta di archiviazione del procedimento che vede indagati per istigazione alla corruzione il vicesindaco Nicola Naomo Lodi e il consigliere Stefano Solaroli, vicecapogruppo dei salviniani.
Il pm Alberto Savino, al termine delle indagini della procura, non aveva ravvisato elementi che potessero confermare l’ipotesi di reato, anche se nelle sue pagine emergono i dubbi sull’iniziativa di Solaroli, “priva di un senso concreto, sulla base di un bando che non corrisponde a quello utilizzato da City Red Bus (la società che gestisce il trenino, ndr), inoltratogli da terzi dei quali Solaroli non ha inteso riferire l’identità […]”.
Allo stesso modo il sostituto procuratore si chiede il motivo del tono da sotterfugio assunto dal leghista nel corso della conversazione e la reale “portata della preghiera di mantenere il silenzio – ‘se lo sputi fuori mi brucio io’ -: fatti privi di reale spiegazione ma comunque insufficienti a ritenere dimostrato il reato per cui si procede”.
Il caso è universalmente noto, ben oltre i confini ferraresi. Siamo nell’autunno del 2019. La Lega è insediata in Municipio da pochi mesi e già scoppiano veleni e trame per far fuori i consiglieri meno allineati. Il primo a farne le spese è Paolo Vezzani. La seconda della lista è Anna Ferraresi.
Il 19 novembre l’attuale consigliera del gruppo misto viene avvicinata da Solaroli. Il braccio destro di Naomo le offre “un posto di lavoro importante, contratto a tempo indeterminato del Comune, dipendente comunale, 1400 euro al mese, con quattordicesima”. A patto che lei si dimetta (“a me sei venuta in mente te prima di tutto perché sei una rompicazzo, così ti cavo dai coglioni e non ti vedo più”), Solaroli chiama in causa sindaco e vice: “Nicola è d’accordo, ne ho parlato con Alan e mi ha detto: se a lei va bene a me va bene”.
Quella conversazione venne registrata dalla Ferraresi e l’audio finì in mano alla trasmissione Piazza Pulita. Il relativo servizio messo in onda su La7 scatenò uno scandalo di portata nazionale. Persino l’allora candidata alla Regione Lucia Borgonzoni dava per scontata l’espulsione dal partito: “È ovvio che va sbattuto fuori”.
E invece la maggioranza votò compatta per la permanenza in consiglio di Solaroli, così come la Lega ferrarese nemmeno si pose il problema del suo mantenimento nei ranghi di partito.
Tornando alla materia processuale, a cercare di scongiurare l’archiviazione ha provato l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste la Ferraresi quale persona danneggiata. Le sue memorie hanno caricato il fascicolo di ulteriori elementi, come alcune chat ritrovate in un telefonino di ‘Rossella Arquà’, l’ex fedelissima di Nicola Lodi indagata per aver mandato delle lettere minatorie contro lo stesso vicesindaco. Conversazioni tra lei, Naomo e Solaroli dalle quali emerge un sottobosco fatto di odio, tranelli e molto altro che poco ha a che fare con la politica.
Ora se ci dovrà essere o meno un processo per Naomo e il suo fedele lo valuterà il giudice il prossimo 11 novembre.
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