È un flashmob proprio davanti al termovalorizzatore di Hera la via scelta dal Legambiente per far sentire la propria voce contraria all’aumento dei rifiuti da incenerire.
La manifestazione, aperta a tutta la cittadinanza, è in programma per le 12 di giovedì 27 maggio in via Diana, “per chiedere la revoca dell’autorizzazione concernente il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) rilasciata alla Società Herambiente SpA, per l’esercizio dell’impianto di recupero rifiuti”.
“L’autorizzazione richiesta infatti – osserva l’associazione ambientalista – consentirà di bruciare 12.000 tonnellate/anno in più di rifiuti, anche speciali, passando dalle attuali 130.000 a 142.000 tonnellate. La richiesta è stata fatta ignorando l’accordo esistente tra Comune ed Hera stessa, firmato nel 2003 e rinnovato nel 2013, che prevedeva una limitazione del quantitativo di rifiuti bruciati a tutela della salute della popolazione ferrarese”.
Secondo Legambiente “la combustione dei rifiuti, anche se eseguita con le migliori tecnologie di abbattimento possibili, produce inevitabilmente una certa quantità di inquinanti climalteranti, per cui ogni iniziativa che porti a ridurla, deve essere perseguita a vantaggio della salute pubblica e dell’ambiente. Ricordiamo che Corte di Giustizia Ue ha condannato l’Italia per aver violato ‘in maniera sistematica e continuativa’ i valori massimi di concentrazione di PM10 nell’atmosfera, in diverse zone d’Italia tra cui proprio la regione padana”.
Legambiente chiama direttamente in causa il sindaco Alan Fabbri, “massima autorità sanitaria locale” e gli chiede “di adempiere alla sua responsabilità di proteggere la salute dei cittadini, lavorando nella massima trasparenza e favorendo il modello alternativo di raccolta differenziata spinta, di riciclaggio e di economia circolare, più rispettoso dell’ambiente e degli interessi della collettività. Chiediamo ad Hera di ritirare la richiesta – conclude l’associazione -, superando la logica del profitto per avviare un dialogo con i territori e portare avanti un percorso virtuoso che metta al centro il recupero della materia e non l’incenerimento”.
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