Editoriali
11 Aprile 2021
Grazie a due 'stranieri' la città si scopre per una volta tanto eccellenza

Ferrara in mano ai barbari

di Marco Zavagli | 4 min

Leggi anche

Oltre le etichette, l’Einaudi contro la violenza sulle donne

Sabato scorso (29 novembre), presso l'istituto L.Einaudi, si è svolta la conferenza "Oltre le etichette: identità, genere e violenza. Un dialogo aperto". La referente di istituto per il "Contrasto alla violenza di genere", professoressa Serena Raimondi, ha dato la parola alle relatrici presenti

“E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi? Era una soluzione, quella gente”. Si concludeva così il poema di Kavafis che rivoluzionava l’aspettativa occidentale dello straniero.

Qui, oggi, a Ferrara, nel 2021, per fortuna i barbari sono arrivati. Niente vandali e unni, per carità. Lo straniero odierno giunge da altri confini, Marche e Toscana.

E, come nelle aspettative del poeta greco, viene non a saccheggiarla ma a portarla la civiltà.

È così che la assonnata Ferrara si risveglia con volto diverso dal torpore che l’aveva fatta finire nelle mani della Lega. Da anni – ancor prima dell’avvento della destra – era insicura, paurosa, disorganizzata. Ora si scopre vivibile, fiera, ordinata.

Il primo barbaro a infierire sulla sonnolenza estense è stato Cesare Capocasa, il questore arrivato in città il 24 febbraio 2020. Il 25 febbraio era sotto le torri del Grattacielo. E, metaforicamente ma non troppo, da lì non si è più mosso. E ora, grazie anche agli ingenti investimenti della Regione, dopo l’operazione di ordine pubblico si può passare a quella di pubblico ordine, con la riappropriazione di spazi troppo a lungo sottratti ai residenti.

Di questo barbaro, complice l’anniversario della Polizia di Stato, abbiamo avuto occasione di parlare negli ultimi due giorni e, facile pronostico, ci saranno presto altre occasioni.

Il secondo barbaro viene da un borgo della Maremma. A giugno la Regione Emilia-Romagna ha voluto Monica Calamai a Ferrara per programmare la famosa unione tra le due aziende sanitarie e, immaginiamo, per pianificare la sanità locale in vista della seconda e terza ondata dell’emergenza Covid.

Facciamo un salto storico, stavolta non di 1500 anni ma di 48 ore, ed ecco che in Fiera, nel maggiore hub vaccinale della provincia, arriva un generale. Non un generale dell’impero romano, ma un generale degli Alpini, il commissario nazionale straordinario Figliuolo che, davanti ai microfoni e alle telecamere nazionali, parla della nostra città dicendo “questa è la bella Italia”.

Da quanto tempo Ferrara non finiva sui rotocalchi italiani per qualcosa che non fosse una ‘naomata’ o una condanna per una graduatoria discriminatoria o una ipotesi di corruzione o per soldi ricevuti da Belsito? Oggi la nostra città si scopre eccellenza. “Un gioiello” l’ha battezzato Figliuolo il centro voluto dall’Ausl e dalla Regione in zona Fiera.

Ferrara, la consueta cenerentola tra le consorelle regionali, è oggi la prima provincia per vaccinazioni in Emilia-Romagna.

E qui il lettore attento deve scremare tra i petardi social dell’amministrazione comunale e il silenzio discreto di chi non vuole medaglie sul petto perché non ha bisogno di inseguire consensi.

Il gioiello Fiera è stato pensato e voluto da Calamai, in accordo con la Regione. Fossimo clementi daremmo una minima percentuale di merito anche al Comune, ma risulta arduo dopo aver seguito le Conferenze sociosanitarie dove il suo presidente, il sindaco Alan Fabbri, non è mai stato in grado – le volte in cui era presente o non arrivava in ritardo o si eclissava anzitempo – di dare un qualsivoglia input politico-amministrativo.

E infatti all’Ausl l’hub del capoluogo costa 100mila euro di allestimenti e 46mila al mese di gestione. Deo gratias il Comune non ha chiesto l’affitto, anche se in un primo momento – riferiscono indiscrezioni dai padiglioni interni – era addirittura indirizzato a farlo.

Accanto all’hub fieristico ci sono poi le altre eccellenze dislocate sul territorio, con gli hub intermedi di Cento (con 40mila di allestimenti e 3mila al mese di gestione come costi), Codigoro (50mila di allestimenti e 5mila di gestione), Argenta (35mila e 3mila) e microhub che coincidono con le case della salute.

Una rete capillare che ha permesso di avere oggi 100mila somministrazioni di vaccini anti-Covid effettuate in tutta la provincia.

Mancava ancora una navetta gratuita che collegasse la città al quartiere fieristico. Da lunedì finalmente sarà attiva. L’Ausl la chiedeva al Comune da due mesi. Nel frattempo, grazie a questo ritardo, Ferrara è finita un’altra volta per demeriti sulle cronache nazionali per via dell’anziano che ha dovuto percorrere chilometri a piedi con l’ausilio del deambulatore.

Ora non dovrebbe più succedere e l’augurio è che la giunta Fabbri abbia imparato a seguire le indicazioni dei barbari. Quella gente che è, che ha, una soluzione.

Benvenuti a Ferrara, per ora ex provincia dell’Impero.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com