Cronaca
6 Luglio 2017
La ricostruzione delle telefonate con l'avvocato. Prima la tranquillità, poi la disperazione: “Dimmi che non è vero”

Omicidio di Valencia. Le ultime strane ore di Eder da uomo libero

di Marco Zavagli | 4 min

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Al puzzle della colpevolezza manca solo la confessione. Tutte le circostanze – le precedenti aggressioni, i 3.000 km in macchina da Ferrara a Valencia all’insaputa di tutti, l’ingente somma richiesta per patteggiare la pena per lo stalking – contribuiscono a fare di Eder Guidarelli Mattioli il sospettato perfetto.

Ma ci sono ancora alcune stranezze nel resoconto delle sue ultime ore da uomo libero che, verosimilmente, diventeranno le armi della difesa in sede processuale.

Il corpo di Marcello Cenci viene trovato sulla scale del condominio in calle Juan Bautista Llovera alle 4.30. Eder raggiungerà Ventimiglia per affidarsi ai carabinieri alle 23,28. Sono passate 19 ore. 19 ore per percorrere un tragitto per il quale normalmente se ne impiegano 10/11.

Nel mentre ci sono due fasi. La prima in cui Eder è tranquillo, risponde all’avvocato e spiega che ha voluto incontrarsi con Cenci per chiarire. Sa di aver violato il provvedimento di non avvicinamento del giudice; si scusa e assicura il legale che lunedì mattina si presenterà nel suo studio. E la seconda, in cui è lui a chiamare in lacrime: un amico – sempre al telefono – gli ha comunicato che Marcello è morto.

Vediamo la ricostruzione delle telefonate avvenute domenica scorsa, a omicidio avvenuto, che sarà con tutta probabilità materia di dibattito tra accusa e difesa. Il telefono di Guidarelli squilla alle 17.42. A chiamarlo è l’avvocato Federica Scagnolari, che lo segue nella causa di stalking. In quel momento Eder è al volante dell’auto della sorella e dice di trovarsi in Francia. L’avvocato Scagnolari era stata raggiunta telefonicamente poco prima (alle 17.39) dalla collega Valentina Bordonaro che segue la famiglia Cenci (a sua volta contattata dal Consolato italiano in Spagna): le parla di una aggressione avvenuta a Siviglia ai danni di Marcello e le chiede se il suo assistito, Eder Guidarelli, sia in Italia o meno.

Evidentemente i sospetti, alla luce dei precedenti episodi divenuti oggetto di querela, avevano subito indirizzato gli inquirenti sulle tracce del 32enne. Scagnolari quindi chiama Eder. L’indagato ammette di essere stato a Valencia e di aver incontrato Cenci dopo il lavoro, ma solo per chiarirsi con lui in vista del patteggiamento nel processo per stalking.

Guidarelli aveva tenuto all’oscuro il proprio legale delle sue intenzioni di dirigersi in Spagna perché, ha affermato, sapeva che glielo avrebbe impedito.Viene redarguito dal legale. Si scusa e promette di farsi vivo l’indomani. In questo frangente non c’è alcun cenno alla tragedia. Eder parla tranquillamente come se nulla fosse accaduto.

Nel giro di qualche minuto l’avvocato dei Cenci informa la collega che Marcello è morto. Alle 18.02 è Eder a telefonare all’avvocato. Si chiede come mai lei lo abbia chiamato: “Marcello ha cambiato idea?”. Scagnolari è evasiva. Si limita a dirgli di tornare in Italia.

Alle 20.11 il comando dei carabinieri di Ferrara contatta l’avvocato Scagnolari per avere informazioni su Guidarelli. Le viene chiesto se sa dove si trovi e se è stato informato del decesso. Il legale spiega che il 32enne si trova in Francia, sta rientrando a casa e non si è assolutamente parlato dell’omicidio.

Alle 20.26 il cellulare di Scagnolari suona nuovamente. Questa volta è Eder. È in lacrime. Sostiene di essere appena stato avvisato da un amico di Ferrara che Marcello è morto. “Dimmi che non è vero”, sarebbe stata la supplica rivolta all’avvocato. “Vado in Gendarmeria”. Quest’ultima cerca di calmarlo. In quel momento, sempre secondo le ricostruzioni, Eder è in autostrada. Ha accostato l’auto con le quattro frecce accese. L’avvocato gli consiglia di calmarsi, di riprendere la marcia e uscire dall’autostrada e di dirle dove si trova. Insieme a procura e carabinieri troveranno il modo di andarlo a prendere.

Il 32enne esegue le indicazioni e comunica di essere vicino a Montecarlo. A quel punto una pattuglia dell’Arma va a prendere l’avvocato e lo accompagna in caserma in via del Campo. Anche il pubblico ministero Alberto Savino è in contatto telefonico continuo sia con i carabinieri che con l’avvocato.

Insieme si tesse una strategia per riportare Eder in Italia. Scagnolari lo chiama e, con le indicazioni concordate con gli inquirenti, gli dice di raggiungere Ventimiglia. È lo stesso Guidarelli a chiedere che qualcuno lo venga a prendere.

Appena passata la frontiera, ad attenderlo lungo la strada, a bordo carreggiata, c’è una pattuglia con le luci blu accese. Alle 23.38 Eder richiama l’avvocato per dirle che è arrivato. In quel momento l’indagato non è ancora stato raggiunto dal mandato di arresto europeo emesso dalle autorità spagnole. In quel momento Eder Guidarelli è ancora un libero cittadino. Lo stato di fermo sarà successivo. L’atto formale arriverà poco prima del mezzogiorno del lunedì.

Poco prima Scagnolari riesce a sentire l’indagato per l’ultima volta. Gli hanno appena fatto leggere le sue contestazioni: “ma dicono che Marcello è stato strangolato, ma cos’è questa cosa?”.

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