Mancano meno di due settimane al fatidico 30 aprile, quando gli iscritti del Partito democratico si troveranno a scegliere il prossimo segretario. Massimo Maisto, vicesindaco del Comune di Ferrara, è anche il coordinatore a livello provinciale della mozione Orlando, che in terra estense ha raccolto il 25% delle preferenze.
A Ferrara e provincia avete convinto solo un votante su quattro.
Il risultato ferrarese lo giudico mediamente buono. È chiaro che la vittoria di Renzi è evidentissima, ma a livello locale siamo riusciti a creare un bel gruppo. Allo stesso modo ho apprezzato molto la discussione avuta nei circoli. Poi è ovvio, avere contro l’intera macchina organizzativa del partito e tutti i sindaci eccetto uno (Lagosanto con la Romanini, ndr) non facilita le cose. Sono rimasto però sconcertato dal calo di partecipazione e dalla mancanza nel dibattito – si arrabbino pure i renziani -, di questo problema, che invece dobbiamo affrontare tutti. Anche perché sento fare paragoni con il 2013, quando Renzi avrebbe dovuto arginare il calo degli iscritti, che invece è aumentato. É vero che siamo l’unico partito a fare i congressi, ma non mi basta il premio di consolazione. Voglio che il Pd torni a essere un partito plurale e partecipato.
Come?
Incominciamo a trovare dei meccanismo nuovi che si adattino ai singoli temi.
Quali temi?
Quelli per i quali ho scelto la mozione Orlando. Dico i due principali: lavoro e politica industriale. Poi vengono le alleanze. Dobbiamo metterci bene in testa che l’unico modo per tornare a governare è quello di lavorare su un centrosinistra largo. Il miraggio di un Pd autosufficiente ci ha fatto perdere. E ha ampliato la distanza con le altre parti della società. Orlando mi sembra la personalità capace di unire il Pd e oltre il Pd. In questi anni Renzi non ha fatto il segretario e non ha posto un freno all’emorragia di iscritti, oppure ha lasciato il partito in alcune regioni in mano a chi portava più tessere, per non dire di peggio.
Ha ammesso la distanza tra Pd e altre parti della società. Quella distanza nel caso dei sindacati, uno in particolare, sembra ormai un abisso.
Non solo con i sindacati. Con tantissime associazioni, le più disparate. Basti pensare che abbiamo perso il referendum del 4 dicembre – al quale tra l’altro ero favorevole – perché ci hanno votato contro i giovani e tanti che hanno visto il Pd come il partito dell’establishment. Serve pazienza, capire in che modo abbiamo scontentato chi credeva in noi, spiegare a noi stessi perché il mondo della scuola, dell’associazionismo, dei sindacati e dei precari ce l’ha con noi. So che qualcuno vorrebbe liquidare questa fase dicendo che chi è in disaccordo è conservatore. Sono balle. Balle che servono solo a distruggere il confronto alla base. Dico di più: credere che chi è contrario a noi lo fa solo perché ha privilegi da difendere è un’idea stalinista. Se sei contro la democrazia non sei né liberale né democratico. La concertazione è stata la grande forza dell’Italia. In quel percorso si sono commessi tanti errori, forse è la strada più tortuosa, offre meno visibilità, ma rimane di gran lunga la migliore.
In effetti anche la concertazione è finita rottamata. Solo lei forse…
Rottamazione è una parola che non mi è mai piaciuta. Lo trovo un termine volgare e violento. Mi chiede se c’è stata. Basta guardare il governo Gentiloni, che altro non è che una fotocopia di quello di Renzi più Minniti e Finocchiaro. La rottamazione è stata solo uno slogan. A Ferrara invece si è sempre parlato di rinnovamento, che non è un sinonimo. È un’altra cosa. Vuol dire idee nuove e progetti nuovi. Il rinnovamento è un metodo di lavoro. E lo abbiamo avuto in questi anni in Comune conTagliani e in Provincia con la Zappaterra.
Chiudiamo con una speranza per il 30 aprile.
Per il congresso mi auguro che vada a votare tanta gente. Naturalmente per Orlando. Sarebbe un bel segnale se tanti tornassero a vedere il Pd come il partito di riferimento e rendere così davvero utili queste primarie. Ma prima di allora posso lanciare una proposta?
Prego.
Mi piacerebbe fare un confronto pubblico, moderato da lei tra i due coordinatori provinciali delle mozioni Renzi e Orlando, vale a dire il sottoscritto e Tommaso Corradi.
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