Attualità
7 Aprile 2016
La denuncia di una infermiera indignata. La Fials: “Si indigni per la carenza di personale”

C’è l’assemblea sindacale, slittano gli interventi in sala operatoria

di Marco Zavagli | 2 min

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sala operatoriaSi firma “una infermiera indignata”, è un’operatrice “che lavora nelle sale operatorie dell’ospedale di Cona” e si scaglia contro il sindacato Fials. Reo a suo dire di aver indetto un’assemblea con “i tre giorni di anticipo che la legge consente”. Qual è il problema? Che per domani, venerdì 8, quando si terrà dalle 7.30 alle 10.30 la contestata assemblea, si rischia di saltare la seduta operatoria.

“I pazienti di venerdi – spiega l’infermiera (che si è firmata ma chiede di rimanere anonima, ndr) – sono già stati chiamati, probabilmente sono già ricoverati e le loro famiglie sanno che verranno operati. Sappiamo che è un nostro diritto scioperare o partecipare alle assemblee, ma non c’è nulla di così urgente da non poter fare l’assemblea la posticipavano la prossima settimana. Ma evidentemente ai sindacati nulla interessa di tutto ciò. Guardano ai loro piccoli interessi, alle due tessere che potrebbero guadagnare. In tutto questo chi ci perde è solo il paziente e il buon nome della nostra azienda”.

Non tarda ad arrivare la risposta del sindacato, che per bocca della segretaria provinciale Mirella Boschetti ricorda che “la Fials è stata costretta ad indire un’assemblea perché le problematiche sollevate a tutela proprio degli operatori delle sale operatorie non sono state recepite dall’azienda ospedaliera”.

La Boschetti fa presente all’infermiera (“che dovrebbe avere il coraggio di metterci la faccia”) che “l’assemblea è stata richiesta nei tempi canonici, ed è stata indetta proprio perché sollecitata dai lavoratori. Casomai la responsabilità è dell’amminsirrazione che ci ha costretti a questo passo”.

La rappresentante sindacale assicura di essere “molto dispiaciuta se alcuni interventi dovranno slittare, ma l’infermiera in questione dovrebbe indignarsi per la carenza di organico in cui è costretta a lavorare. Detto questo, in tre giorni l’azienda ha tutto il tempo per regolamentare le sedute di domani e dare la precedenza agli interventi urgenti facendo slittare gli altri”.

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