Cronaca
24 Marzo 2016
Sono passati otto anni da quando finirono in prigione. L’avvocato Maruzzi: “La civiltà di un paese si misura anche da questo”

Accusati ingiustamente di stupro di gruppo, il ministero non li ha ancora risarciti

di Marco Zavagli | 3 min

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indexFurono accusati ingiustamente di stupro di gruppo da una loro amica, all’epoca sedicenne. Rimasero dietro le sbarre del carcere di Ferrara per 26 giorni. Tre sentenze di tre gradi diversi li hanno riconosciuti innocenti e due tribunali hanno sancito il loro diritto all’indennizzo per ingiusta detenzione. Eppure ancor oggi, a distanza di otto anni, il ministero non ha ancora provveduto a risarcirli.

La vicenda è quella di tre ragazzi bresciani che nel luglio del 2008 vennero arrestati in forza di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Ferrara, in seguito alla denuncia dell’amica minorenne per violenza sessuale aggravata che sarebbe avvenuta in occasione di un weekend pasquale trascorso in un appartamento al Lido delle Nazioni.

Secondo quanto riferito in sede di denuncia ai carabinieri dalla minore, durante il ponte feriale del 25 aprile del 2008, lei, il suo fidanzato di allora e i tre amici, di 22 anni, si trovavano ai lidi ferraresi per un breve fine settimana. Lo sballo della Riviera li portò in un appartamento dove soggiornarono tutti insieme.

I tre l’avrebbero bloccata e poi, a turno, abusato di lei durante la notte, mentre il fidanzato dormiva nella stanza accanto. La mattina dopo la violenza si sarebbe ripetuta da parte questa volta di due dei tre. Il fidanzato non si accorse di nulla; anzi era uscito con uno dei presunti aguzzini senza sapere che gli altri due – sempre secondo la ragazza – tornarono a infierire sulla fidanzatina.

La ragazza raccontò di essersi tenuta tutto dentro fino al luglio successivo quando, secondo la sua ricostruzione, confida quanto accaduto al fidanzato. Lui, sconvolto, avvisa la famiglia di lei. I genitori la convincono a raccontare tutto ai carabinieri. Dalla caserma bresciana la denuncia viene trasferita per competenza a Ferrara. Gli allora 22enni subirono un mese di custodia cautelare in carcere per essere poi rilasciati su provvedimento del tribunale del riesame di Bologna per mancanza di gravi indizi. Ordinanza confermata dalla Corte di Cassazione dalla Corte di Cassazione.

Nel prosieguo delle indagini si scopre che la minore, nonostante quanto accaduto, continuava a frequentare, apparentemente senza problemi, la compagnia dei tre. Il processo per rito abbreviato termina con l’assoluzione: la ragazza era consenziente e il fatto non sussiste. La procura non appella la sentenza, che divenne definitiva.

La parte civile, ragazza e madre, la impugnano invece per gli effetti civili, ai fini del risarcimento del danno. Nel gennaio 2014 scorso si è discussa la coda della vicenda, e la Corte di Appello di Bologna, Sezione Terza, ha respinto l’impugnazione. L’ultimo atto è stato il 23 febbraio 2016 , quando la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso delle parti civili.

I tre giovani invece, attraverso i propri legali, gli avvocati Claudio Maruzzi del foro di Ferrara e Andea Frigo di Brescia, adirono alla Cassazione per l’indennizzo per l’ingiusta detenzione subita. Nel gennaio 2014 la Cassazione ha accolto il ricorso e nel giugno dello stesso anno la Corte di Appello ha accolto a sua volta la domanda di riparazione, quantificando l’indennizzo in 12.262,64 euro per ciascun ricorrente.

Ma a tutt’oggi, a distanza di otto anni dai fatti e di quasi due anni dal definitivo accoglimento, l’indennizzo non risulta ancora corrisposto. “La civiltà di un paese – è l’amaro commento dell’avvocato Maruzzi – si misura anche attraverso questi dati”.

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