Cronaca
17 Gennaio 2016
Omicidio Tartari. Parla l'avvocato della famiglia dopo la consulenza: "C'è aggravante crudeltà"

“Non immaginavamo una morte tanto brutale”

di Marco Zavagli | 3 min

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scomparso 2“Sapevo che si erano accaniti su Pier Luigi Tartari, ma non mi aspettavo una cosa così brutale”. Eugenio Gallerani pare incredulo di fronte alle 43 pagine della consulenza Gaudio che mette nero su bianco le cause del decesso dell’anziano di Aguscello.

Il legale che assiste il fratello e la sorella della vittima conta e riconta gli episodi registrati dal perito della procura. “Tutta quella carta in bocca sotto la lingua, la maglietta a coprirgli la testa, il nastro adesivo, tutti i lacci a caviglie, gambe, braccia, mani, polsi e dita. Fratture a gambe e costole. Anche due denti avulsi, forse per l’azione violenta di inserimento della carta in gola…. sono rimasto shoccato”. Gallerani ha parlato in questi giorni con i familiari, che hanno avuto un approccio diverso tra loro. “La sorella ha voluto sapere i dettagli. Il fratello ha visto i titoli dei giornali ma non è riuscito a leggerli. Tutti ci siamo chiesti quale fosse la necessità di fargli fare una morte così orrenda. È mancato anche il minimo senso di pietà. È stato fatto morire in un modo atroce”.

Tanto che Gallerani chiederà di aggiungere l’aggravante della crudeltà al capo di imputazione di Ivan Pajdek, Constantin Fiti e Patrick Ruszo, al momento accusati di omicidio volontario, rapina e ricettazione: “leggere cosa han fatto è impressionante. Non si riesce a immaginare il disprezzo per la vita umana che hanno avuto le persone che l’hanno ucciso”. “Con quella imbragatura che aveva addosso, avvolto come una mummia, era impossibile respirare; gli avevano coperto bocca e naso – aggiunge l’avvocato -. L’unica cosa, se si può dir così, positiva, è che tale condizione ha permesso di rendere certa la causa della morte, il soffocamento, e la procura ha un punto fermo da cui partire”. Quanto all’orario, “se è morto dalle 5 alle 8 ore dall’ultimo pasto, significa che sicuramente era già stato portato nel casolare. Uno degli indagati dice che urlava ancora, quindi forse hanno voluto impedirgli di chiedere aiuto, per sempre”.

Legge la consulenza in maniera opposta Alberto Bova, avvocato che segue Fiti, l’unico che non ha reso confessione. “Per me, dal punto di vista umano, è molto positiva, perché ci fa capire che il signor Tartari non è stato oggetto di sevizie e non è morto di inedia”. Secondo la lettura del legale Tartari è deceduto quando ancora si trovava in casa: “quel ‘dalle 5 alle 8 ore dall’ultimo pasto’ non è indicativo. Poteva essere benissimo ancora in via Ricciarelli”. Questa circostanza la si dedurrebbe anche da un altro elemento: “è stato imbavagliato in modo tanto stretto per non farlo gridare. E la vittima grida mentre è in casa, lo sentono in vicini. Poi, coperti naso e bocca in quel modo e con i lacci che gli rendevano ancor più difficile la respirazione, è spirato in pochi minuti”.

La differenza a livello processuale sarebbe enorme, tanto da “far cambiare l’accusa di omicidio volontario in preterintenzionale”. “La consulenza – insiste Bova – ci dice che Tartari non è stato abbandonato come un cane in quel casolare, non ha sofferto. Anche le lesioni riscontrate non sono rilevanti ai fini del decesso”.

Quanto a Fiti, il suo assistito, l’altra consulenza, genetica, fatta esperire proprio su sua richiesta, colloca il 21enne a bordo della macchina di Tartari, quando proprio lui aveva sempre negato di esservi salito. “Aggiunge poco, ma aggiunge – commenta Bova -. Lui potrebbe esservi salito nei giorni successivi, quando gli hanno comprato le famose scarpe. D’altronde lui non ha partecipato alle rapine degli altri due e, anche questo è indicativo, non ha mai tentato di scappare. Gli altri due indagati sostenevano che Tartari fosse ancora vivo quando l’hanno portato nel casolare perché speravano così di non rispondere di omicidio ma solo di rapina”.

Quanto riferito erroneamente da Fiti però incrinerebbe nel legale il rapporto fiduciario, tanto che “sto valutando se rinunciare alla difesa”.

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