
Pier Carlo Padoan (Foto di Francesco Pietantoni – Flickr.com/CC BY 2)
No agli “aiuti umanitari”, sì alle compensazioni da parte delle banche per chi ha acquistato, ignaro, titoli inappropriati. La Unione europea dà prima l’ennesimo schiaffo al ministro Pier Carlo Padoan, poi concede il nulla osta alla manovra di ripiegamento che prevede l’istituzione di arbitrati per risolvere le controversie tra banche e singoli risparmiatori, che dovranno però – come l’istituto prevede – rinunciare a eventuali azioni legali.
E così gli “aiuti umanitari” del ministro Padoan rimarranno nel cassetto di Via XX Settembre. Fonti della Ue avevano sapere infatti che l’ipotesi di lenire i risparmiatori più colpiti dal decreto salva-banche non poteva essere percorsa. Anche questa volta il motivo è lo stesso che Bruxelles predica da mesi: non sono possibili aiuti di Stato. Oltre al metodo, l’Unione Europea cassa anche la sostanza: chi ha perso i propri risparmi, per quanto in condizioni disperate, non è assimilabile alle vittime di guerre, terremoti, inondazioni o altre calamità.
E mentre l’emendamento che doveva entrare nella legge di Stabilità viene affossato prima del suo nascere, il premier Matteo Renzi, in visita all’Accademia dei Lincei, tocca il tema banche affermando che “l’Europa non può essere un insieme di algoritmi e di parametri” e che “la riforma del sistema del credito è quanto mai urgente, come abbiamo visto non solo nelle ultime ore ma nell’ultimo anno con la riforma delle popolari”.
Intanto lo spiraglio viene trovato invece negli arbitrati individuali, già utilizzati con discreto successo nella Spagna del 2013 e caldeggiati anche da alcune associazioni di consumatori come l’Aduc. Un organismo di conciliazione, in seno alla Consob che già ne possiede uno, verrà chiamato a decidere caso per caso quali risparmiatori (su oltre 10mila coinvolti) potranno essere rimborsati.
Per accedere al rimborso servirà dimostrare lo stato di indigenza e la buonafede del risparmiatore nel sottoscrivere i titoli a rischio: se il cliente è stato indotto dalla banca a firmare senza avere contezza del pericolo, potrà essere rimborsato rifacendosi sui fondi di liquidazione per i rimborsi ai creditori delle quattro banche.
In questo caso Bruxelles non si irrigidirebbe nemmeno di fronte all’ipotesi di un anticipo da parte dello Stato dei rimborsi successivi e condizionati agli arbitrati, purché il finanziamento rientri attraverso i fondi di liquidazione.