Dopo tre anni arriva anche la seconda assoluzione per Vittorio Ravaglioli, poliziotto della questura di Ferrara condannato in primo grado il 28 febbraio del 2012 a un anno. Ora la seconda sezione della Corte di Appello di Bologna lo ha assolto con formula piena dal reato di omissione di atti d’ufficio perché il fatto non costituisce reato.
Tutto ebbe inizio la notte del 29 marzo 2009. Alcuni ragazzi, reduci da una festa di laurea, entrano nel Bar Giovecca. Sono circa le 4.30. Qui ci sono altre persone. Due ragazze e tre uomini. Da una parola di troppo o da una battuta poco felice si crea tensione tra uno dei giovani appena arrivati e un avventore. Vengono separati e mentre i due nuovi arrivati se ne stanno per andare, il primo si vede arrivare un pugno sul naso. L’amico fa appena in tempo a vederlo sanguinare che viene atterrato con una testata. Cade sopra una vetrata che va in frantumi (se la caveranno con 20 e 30 giorni di prognosi).
Escono dal bar, dove li aspettano altri amici e in quel mentre vedono le due auto – una Bmw e una Jeep – parcheggiate fuori dal bar ripartire “sgommando”. Gli amici riescono però a prendere le targhe. Una di queste ricondurrà all’odierno imputato.
Le indagini della squadra mobile porteranno all’identificazione di quello che sferrò il pungo e la testata. Quelle successive all’imputazione del poliziotto per favoreggiamento e omissione: non avrebbe denunciato la rissa in cui era coinvolto l’amico.
Già in primo grado era caduta l’accusa più grave, quella del favoreggiamento. Ora in Appello i giudici decidono per l’assoluzione anche per la seconda.
All’uscita dall’aula è palpabile la soddisfazione di imputato e difensore, “soprattutto perché il mio assistito – commenta l’avvocato Pier Luigi Pieraccini – si vede finalmente restituita la sua dignità professionale”.