
Lo stabilimento berrese di Mi Swaco
Berra. Dalla prospettiva del maxi investimento a Ferrara e di raddoppiare l’area dello stabilimento in pochi anni allo spettro della cassaintegrazione. E addirittura, rischio al momento scongiurato, di licenziare. La Miswaco ha messo circa 15 lavoratori in cig ordinaria a rotazione per tredici settimane e si appresta a chiederne il rinnovo.
Parliamo di un colosso che fattura 30 miliardi di dollari e che l’anno scorso aveva destinato 7 miliardi di investimenti verso le sedi europee. La multinazionale americana, con sede a Houston in Texas, è leader mondiale nel campo della costruzione di macchinari per la perforazione dei pozzi petroliferi. Il gruppo dà lavoro a 8mila persone e dispone di 70 sedi sparse in giro per il mondo. In provincia di Ferrara ha acquistato nel 1998 la Mantovani & Vicentini e successivamente la Dora Acciai di Serravalle. Ad oggi impiega 98 persone.
Solo pochi mesi fa, prima della crisi ucraina, Estense.com aveva reso noto che la società stava valutando un maxi investimento a Ferrara per unire i siti di Berra, Serravalle e Santa Maria Maddalena in un’unica sede produttiva e avvicinarsi così alle grandi vie di comunicazione su gomma. L’amministrazione Tagliani si era mossa per trovarle il posto adeguato: un terreno di circa 10mila metri quadri del valore di circa un milione di euro appena fuori del casello di Ferrara Nord, con la prospettiva dichiarata dall’azienda di raddoppiare l’area produttiva entro il 2020.
L’operazione venne congelata a causa del crollo del prezzo del greggio. E ora l’ulteriore congiuntura negativa internazionale attorno al mercato del “barile” potrebbe peggiorare la situazione.
Fatto sta che da circa tre mesi alcuni dipendenti del settore produzione (fino ad oggi il commerciale e la manutenzione hanno accumulato ferie e permessi evitando così la scure della cig) sono rimasti a rotazione a casa dal lavoro. Si parla di 10/15 persone, “numero che dovrebbe aumentare a settembre – fa saper Romeo Checchinato della Fim Cisl”. In questi mesi infatti si prevede un ulteriore revisione al ribasso del costo del petrolio, grazie anche alla fine delle sanzioni all’Iran. Tanto che alcune voci ben informate han parlato della volontà della sede centrale americana di Mi Swaco di tagliare 20 posti di lavoro.
Per agosto il problema non si presenta, dal momento che i cancelli della sede di Berra rimarranno chiusi per ferie per tre settimane. “A settembre però – continua Checchinato – si ripresenterà analoga situazione. Va sottolineata però l’estrema correttezza dell’azienda, che ai propri cassintegrati ha offerto di propria iniziativa 300 euro in più in busta paga”.