
Paula Burci
“Valutare l’ipotesi di introdurre modifiche normative”. È la promessa che il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini fa alla senatrice del Pd Laura Puppato. Vale a dire proporre modifiche al codice penale, passo questo che eventualmente spetterà al parlamento.
La parlamentare si era attivata dopo aver appreso della scarcerazione per decorrenza dei termini di Benazzo e Pistroescu, condannati all’ergastolo per l’omicidio della ragazzina, non ancora diciannovenne. Puppato chiedeva al Guardasigilli “un intervento e una valutazione sulla legislazione attuale che potrebbe “determinare difficoltà interpretative tali da veder ripetere simili paradossi”.
Il paradosso era dato dall’impossibilità tecnica, rilevata dal tribunale del Riesame di Venezia, di rinnovare la custodia in carcere per gli ormai ‘ex condannati’.
Nel frattempo la senatrice aveva scritto al numero due del Csm, che conferma come alla base della pronuncia della Cassazione, che ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata fin dal primo grado dagli imputati, “vi sono complesse e controverse interpretazioni di norme processuali, riguardate, peraltro, anche da alcuni interventi delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Su tali questioni di diritto, naturalmente, non vi è spazio per alcun sindacato da parte del Consiglio superiore della magistratura”.
Tuttavia Legnini fa sapere che “avrò cura di sollecitare la VI Commissione del Consiglio, competente a formulare pareri in materia di riforme legislative, al fine di valutare l’ipotesi di introdurre modifiche normative circa gli effetti e la proponibilità dell’eccezione di incompetenza territoriale fin nel giudizio di legittimità, con particolare riguardo alle conseguenze derivanti dalla regressione del procedimento alla fase iniziale sui provvedimenti di custodia cautelare in carcere”.