Alan Fabbri imita il suo capo Matteo Salvini e lancia anche in Emilia Romagna l’idea di radere al suolo i campi rom. Un leggero preavviso è l’unica cosa che concede: “Sei mesi di preavviso, poi ruspe in azione nei campi nomadi dell’Emilia Romagna”.
Il capogruppo leghista invoca la ricetta Salvini e contesta il progetto delle microaree promosso dalla Regione, paragonando il popolo rom al cancro: “Sarebbe come diffondere le metastasi. I campi rom sono ricettacolo di illegalità, fonte di spreco, costano agli emiliano romagnoli milioni di euro, anche in bollette. Perché un nomade deve avere alloggio e bollette pagate e gli stessi diritti non sono garantiti ai nostri cittadini? Questa vergognosa discriminazione deve finire”.
Fabbri sembra infine prevenire le reazioni di sdegno di fronte a messaggi bollabili come razzisti. E mette le mani avanti guardando alla poltrona più alta di Montecitorio, che già aveva definito come “propaganda inquietante” i messaggi estremisti di Salvini. “La Boldrini si straccia le vesti? Il suo buonismo peloso mi fa pena. Ciò che dovrebbe veramente scandalizzare sono i furti dilaganti e la presenza di oasi dell’illegalità nelle nostre città”.