Eventi e cultura
26 Novembre 2009
Apriranno la serata i ferraresi About Emily

Zen Circus, al Renfe va in scena il folk-rock

di Redazione | 4 min

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Gli Zen Circus

Questa sera, presso il circolo Arci Renfe di via Bologna, prosegue la seconda parte dell’edizione 2009 della rassegna “Indie Thursdays”, il cui obiettivo è fotografare al meglio lo stato dell’arte della scena rock indipendente italiana.
Di scena gli Zen Circus, storica band che mescola folk-rock e punk vecchio stampo; apriranno la serata i ferraresi About Emily. 

Secondo appuntamento della stagione autunnale con la musica indipendente al Renfe. Di scena gli Zen Circus, consolidatasi ormai come una delle band storiche del movimento, dopo 10 anni di attività spesi quasi interamente on the road e un bagaglio di  esperienze internazionali abbastanza ampio da poter tornare, ora, a casa e comporre un disco, per la prima volta, interamente in lingua madre.
L’album è costellato di fiabe amare e disincantate eppure tremendamente vivide e reali, uno spaccato più che mai fedele di un quotidiano osservato con lo sguardo critico non di chi si eleva a giudice superiore di atteggiamenti dal proprio pulpito, ma di chi guarda in faccia la realtà di tutti i giorni, di ognuno di noi, da pochi centimetri di palco, di chi in questa realtà  si trova calato quanto gli altri, intensamente  e con (inquietante) consapevolezza.La sfrontatezza e e l’immediatezza tramite le quali il Circo Zen ama comunicare sembrano a dire il vero venire quasi da sé, come materializzazione verbale di sentimenti e pulsioni veraci come rabbia, odio, amore, voglia di vivere, proprio adesso che i testi contano più di altre volte, nell’economia del messaggio da comunicare.
Questo è il loro stile, un’attitudine punk di vita prima di tutto, nel significato originario del termine e cioè pre-Nirvana e forse anche pre-Sex Pistols. Il punk del “vai e fai” quindi, con costanza e creatività, e un approccio alla musica senza pregiudizi, con la possibilità di mescolare e contaminare, e sbagliare per poi aggiustare il tiro.
Già dall’esordio del 1999 con “About Thieves, Farmers, Tramps And Policemen” tutto questo è ben visibile nell’estetica essenziale e nella versatilità di un folk popolare e proletario che finisce per inglobare stilemi svariati e talvolta contrapposti e plurilinguismo su inglese di fondo, il tutto concepito e eseguito attraverso un imprinting da musicisti di strada e cittadini del mondo.
Le ottime premesse così come le manifeste influenze del trio – i Violent Femmes di Brian Ritchie –    sono confermate nel successore “Visited By The Ghost Of Blind Willie “Lemon Juice” Namington IV” (2002),  dove le chitarre elettriche e il punk-rock’n’roll che scandiscono salgono alla ribalta a puntellare un lavoro che ondeggia tra beat accelerati à la Talking Heads e ralenti narcotici.Un disco comunque di transizione, preludio alla svolta in chiave stilistica di “Doctor Seduction” (2004), approdo all’indie-pop. La scrittura è meno irruente e più ragionata e nel suono, inconfondibile meticcio di punk e folk, trovano spazio fraseggi e parti strumentali, in un singolo episodio addirittura gli archi. Una vera e propria mutazione genetica per il gruppo.C’è spazio ancora  per una disco di fusione tra i due stadi evolutivi degli Zen fin qui mostrati, “Vita E Opinioni Di Nello Scarpellini, Gentiluomo” (2005), dove si registrano i primi esperimenti con la psichedelia e con l’italiano (una possibilità artistica in più per la band) prima di “Villa Inferno” (2008), lavoro che ribadisce, se ve ne fosse bisogno, lo status di band internazionale della band, che vede un membro aggiunto per l’occasione in Brian Ritchie (proprio lui, anche alla produzione) e collaborazioni con membri dei Pixies e dei Talking Heads (Jerry Harrison), oltre a Giorgio Canali.
I testi del disco, carichi di ironia, irriverenza, dileggio, spaziano tra inglese, francese, serbo (“Narodna Pjesma” cioè “Canzone Popolare”, ma in realtà metà delle liriche sono inventate) e italiano, affinato nel tempo tanto da scegliere proprio un brano nell’idioma nazionale per lanciare il disco. Il suono, che sembra maturare album dopo album, si sintonizza su un connubio tra il punk come inteso dai Clash e il folk-rock d’autore, con Appino che a tratti ricorda nel cantato Rino Gaetano.
Questo fino al più recente lavoro, quell’ “Andate tutti Affanculo” che è messaggio universale a chiare lettere, reazione e protesta verso il modello sociale italiano contemporaneo. Ognuno dei pezzi stigmatizza un comportamento o un vizio con ironia e senza mezze misure, e una ruvidità che rimanda agli anni ’70. Le chitarre acustiche si stagliano sul punk-folk collaudato e non mancano ospiti illustri quali Canali, Davide Toffolo e Nada alla voce in “Vuoti A Perdere”.
Un tipico, ottimo disco degli Zen Circus insomma, che tra l’altro vale alla bnd la copertina del prestigioso mensile “Il Mucchio Selvaggio” e che rischia di infiammarsi e infiammare la platea proposto dal vivo, vista la fama di live band fuori dagli schemi e di grande impatto.

I ferraresi About Emily L’esibizione sarà anticipata dal set dei locali About Emily (nella foto), attivi dal 2006, ispirati da un personaggio de “La sposa cadavere” del regista Tim Burton, ma solari per autodefinizione e ragione d’essere nel loro punk-rock melodico. 
Il doppio concerto avrà inizio alle ore 22.

La rassegna “Indie Thursdays” è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, con il Patrocinio del Comune di Ferrara (Assessorato alla Cultura), in collaborazione con lo studio di registrazione Natural HeadQuarter. 

L’ingresso è gratuito e riservato ai soci Arci.
Per informazioni è possibile inviare una e-mail all’indirizzo indiethursdays@arciferrara.org

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