Politica
8 Ottobre 2020
Il consigliere Mosso: “Vorrei vedere se sono adeguati ai nostri cittadini e alle aspettative dei nostri elettori”

La Lega vuole il controllo politico sull’acquisto dei libri delle biblioteca

di Redazione | 4 min

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“Vorrei chiedere se si può avere un elenco libri che si intende acquistare per valutare la tipologia dei libri in dotazione alle biblioteche”. Siamo al minuto 11.25 della I commissione. Si discute dell’acquisto da parte del Comune di Ferrara di libri da destinare al patrimonio bibliotecario comunale. Il governo ha stanziato appositamente 50mila euro.

Mentre il dirigente Angelo Andreotti illustra le voci di spesa, si prenota per intervenire il consigliere della Lega Salvini premier Alcide Mosso. Poche parole le sue, ma sufficienti per scatenare le reazioni della minoranza.

Crede di non aver capito bene Dario Maresca di Gente a Modo e chiede di specificare meglio quel “valutare”. Il dubbio, altrimenti, è che si stia chiedendo un controllo politico sull’acquisto dei libri di una biblioteca”, vale a dire “ciò di più vicino a un regime che posso immaginare. Una biblioteca deve decidere in totale autonomia dalla politica quali libri acquistare ed esporre”.

Mosso allora fuga ogni dubbio: “visto che il Comune paga per l’acquisto di questi libri (in realtà è il Governo, ndr), credo che sia corretto valutarne la tipologia. Io ho preso ieri in prestito un libro per bambini alla Niccolini su cui mi piacerebbe commentare con voi. Valutare i libri da acquistare è un dovere”. Non solo: “vorrei vedere se questi libri sono adeguati ai nostri cittadini, alle aspettative dei nostri elettori, nostri nel senso chi ci ha votato e ci chiede di rappresentarli, quindi con tutta tranquillità chiedo a tutti i consiglieri che si accetti questa mia richiesta”.

Cerca di mantenere la calma Caterina Ferri (Pd) nel far presente che “ciascun cittadino può valutare se prendere un libro in prestito; non si può esercitare una censura rispetto alle scelte”.

Ma Mosso non è l’unico nella Lega a pensarla così. “Qui stiamo parlando di investimenti pubblici – sbotta Francesca Savini – e noi consiglieri dobbiamo sapere che scelte sono state fatte a monte. Dobbiamo sapere perché sono stati acquistati certi libri anziché altri, magari alcuni erano ammalorati e dovevano essere sostituiti”.

E mentre Mosso urla “la vostra parte ha valutato per 70 anni adesso valutiamo noi”, è ancora Maresca a far presente che “valutare preventivamente da parte della politica la scelta dei libri fa pensare a una possibile censura, e questo non è in linea con i nostri pensieri democratici”.

Staefano Solaroli (Lega) fa presente che “solo il fruitore libri può valutare quali libri siano adatti a lui o meno. Proporrei di chiuderla qui e usare questi soldi per comprare libri, ogni libro è bello”.

Prova a mediare tra le posizioni l’assessore Marco Gulinelli, ma finisce per gettare benzina sul fuoco. “È interesse di tutti trovare un equilibrio che tuteli il lettore, soprattutto i minori”. L’assessore si trincera dietro una cerchiobottistica “fiducia nelle competenze dello staff”, ma preme sul fatto che serva “una garanzia di indirizzo per i minori”.

E se a Tommaso Mantovani del M5S vengono in mente “i roghi dei libri dall’imperatore cinese (Qin Shi Huang nel 212 a.C., ndr) a quelli della Germania nazista”, Caterina Ferri – che interviene “come consigliera e come madre” – si sente “assolutamente tutelata dalla competenza dello staff del dottor Andreotti che ha strumenti e competenze per valutare gli acquisti più opportuni per adulti e per minori e tutelare le sensibilità più diverse. Il pluraslimo deve stare alla base dell’offerta pubblica delle nostre biblioteche”.

Dalla maggioranza si leva la voce di Paola Peruffo di Forza Italia, che accusa il compagno di colazione Mosso di “voler mette bocca su una direzione di un fiore all’occhiello della città”. Peruffo svela anche un retroscena. Proprio nei giorni scorsi Mosso le chiese di vedere quali libri di scuola venivano presi nelle scuole materne, elementari e medie, “come presupponendo – accusa l’azzurra – che noi consiglieri potessimo valutare i libri, quando credo non sia assolutamente un nostro diritto farlo e neanche una nostra competenza”.

Peruffo chiude con un pensiero ai cittadini: “O non sono più in grado di fare il mio ruolo di consigliere oppure dobbiamo ritornare con i piedi per terra. Non so cosa possano pensare le persone che sentono queste commissioni”.

Roberta Fusari di Azione civica prende atto che in commissione “è uscita la necessità da parte della Lega di valutare gli acquisti dei libri fatti dalle biblioteche cittadine con i soldi del governo, una necessità di esercitare indirizzo e controllo anche sulle scelte di questo tipo. Sono stanca delle provocazioni che vengono dalla destra ogni giorno e quella di oggi l’annovero tra le cose più gravi”.

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