Politica
13 Settembre 2020
Pd: "Strumentalizzare la famiglia è una vergogna". Peruffo prende le distanze: "Chiarezza sulle responsabilità senza mettere avversari alla berlina". Intervengono anche Mosso, Ferraresi, Italia Viva e sindacati

Coccinelle, solidarietà a Modonesi: “Disumanità che fa ribrezzo”

di Redazione | 7 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

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(foto di Alessandro Castaldi)

“Ci sono limiti che non posso essere travalicati. Lo diciamo con il pianto nel cuore”. Il limite è quello dell’umanità, a travalicarlo è la giunta leghista di Ferrara. Lo pensa il gruppo consiliare del Partito Democratico, e non solo, in merito alle “ignobili strumentalizzazioni” del vicesindaco Nicola Lodi (e del sindaco Alan Fabbri, che mette il like) per attaccare il capogruppo del Pd Aldo Modonesi in merito alla condanna della moglie Paola Coluzzi per illecita influenza sull’assemblea della cooperativa fallita Le Coccinelle.

“C’è stata la condanna in primo grado della moglie dell’ex assessore. Il capo di imputazione parla di illecita influenza sull’assemblea per aver falsificato due verbali della stessa – ripercorre il Pd -. Per quel reato, nonostante la richiesta di assoluzione del pm, i giudici l’hanno condannata. La difesa farà appello. E, per chi la Costituzione l’ha letta, l’ha capita e la rispetta, la moglie del nostro capogruppo è sotto la presunzione di innocenza“.

Il consigliere Modonesi “viene tirato in ballo per esser stato il cofondatore, cento anni fa, della cooperativa, dalla quale correttamente è uscito nel momento in cui assunse cariche istituzionali. I soldi avuti dal Comune di Ferrara in diversi anni sono arrivati, così come per altre cooperative e aziende, per svolgere servizi pubblici utili alla comunità, sulla bontà dei quali nessuno ha avanzato dubbi (e contro le aberranti dichiarazioni che leggiamo ci riserviamo di procedere nelle sedi opportune). I debiti li sta pagando di tasca sua la moglie del consigliere, senza rocambolesche soluzioni per evitare i debitori come qualcun altro in giunta ha dimostrato di saper fare benissimo“.

“Della gestione della cooperativa, quindi, il consigliere non è certo responsabile – prosegue il gruppo consiliare -. Tirar fuori le vicende di un congiunto per attaccare un avversario politico è alquanto meschino. Sarebbe come attaccare un esponente della Lega di Ferrara perché il figlio guidava praticamente in coma etilico facendosi ritirare auto e patente”.

Ma la “disumanità che fa letteralmente ribrezzo, molto più ribrezzo di quello che chi legge può immaginare” deve ancora arrivare. “Lodi e maggioranza si chiedono perché Aldo Modonesi non intervenga. Se lo chiedono quando sanno benissimo il motivo: Aldo in questi giorni, in questi mesi, è alle prese con questioni ben più gravi e importanti. E lui, la sua famiglia, la sua splendida figlia, non meritano che delle certe figure approfittino di una situazione che nulla ha a che vedere con l’operato politico per inquinare la loro forza e il loro amore”.

La capigruppo che doveva tenersi venerdì, è stata infatti spostata proprio perché Modonesi doveva assistere la figlia ricoverata all’ospedale Rizzoli. Per questo “di forza e di amore Aldo e la sua famiglia hanno bisogno in questo momento. Noi – e, pensiamo, visto lo squallore della vicenda, anche a nome della stragrande maggioranza dei ferraresi -, siamo con loro. Solo con l’umanità e la civiltà si può rispondere a queste disgustose strumentalizzazioni. Speculare sulle difficoltà di un avversario politico è agghiacciante. Speriamo che qualcuno cominci a provare vergogna“.

È d’accordo pure la consigliera di maggioranza Paola Peruffo (Forza Italia), che in passato era intervenuta, con alcune interpellanze, per cercare di far luce sui rapporti che legavano il Comune di Ferrara e la cooperativa Coccinelle.

“Eppure esistono dei limiti di correttezza che è bene rispettare – osserva la forzista -. In primo luogo c’è il garantismo che considero un principio indiscutibile. Nessuno può essere considerato colpevole fino a sentenza definitiva. Poi c’è il tema delle responsabilità, che nel caso del diritto penale sono personali. Certo, ci sono anche le responsabilità politiche che vanno chiarite approfonditamente, senza però mescolare in modo superficiale fatti, persone e accuse. Diversamente non si renderebbe un favore ai cittadini, oltre che ai valori etici”.

E infine “c’è un lato che attiene all’umanità: personalmente la prassi di mettere l’avversario alla berlina – usata all’eccesso anche dalla stessa opposizione ferrarese nei confronti di singoli bersagli dell’attuale maggioranza – va a discapito del rispetto ma anche delle opportunità di confronto serio per quello che dovrebbe essere il bene comune”.

Dai toni della giunta pare discostarsi anche il consigliere leghista Alcide Mosso: “Nonostante sia invalso il deplorevole uso, soprattutto da parte della sinistra, di “tirare in ballo” gli avversari politici per vicende giudiziarie legate a parenti o amici, non intendo applicare tale metodo al candidato sindaco sonoramente sconfitto alle ultime elezioni municipali e già afflitto da problemi interni al suo partito (referendum sul taglio dei parlamentari – che divide gli elettori del Pd – e caso Paron)”.

Al leghista pare “gravissimo ciò che è emerso dalla ricostruzione dei fatti, ovvero la falsificazione di firme e di verbali che è costata all’imputata la nota condanna penale. Mi auguro che Modonesi, quanto meno fra le mura domestiche, trovi le parole giuste per far riflettere la consorte sul danno d’immagine arrecato al nome di una cooperativa che vide tra i fondatori lo stesso ex assessore”.

Con l’auspicio che “nessun incarico societario o pubblico venga in futuro affidato alla Coluzzi, visti i fatti acclarati dal tribunale”, Mosso apprezza infine che “il collegio giudicante, anziché appiattirsi sulle richieste assolutorie della procura, abbia riaffermato, con la sentenza di condanna, la terzietà della magistratura giudicante, che è e deve essere al di sopra delle parti in qualsiasi processo, indipendentemente dal colore politico, dagli umori della piazza o dalla notorietà degli imputati”.

“Esistono dei limiti che non dovrebbero essere superati” conferma Anna Ferraresi (Gruppo Misto) che si rivolge al sindaco Fabbri che “non professa verbo nei confronti dei comportamenti da bullo del suo caro vicesindaco o dei suoi consiglieri (il riferimento è a Fabio Felisatti, ndr) quando pubblicano video denigratori nei confronti degli avversari politici, sfottendoli perché non hanno altre argomentazioni e ben disposto a dare la sua approvazione (silenzio= assenso)”.

“L‘ignoranza unita a scaltra cattiveria è la vostra politica – attacca Ferraresi -. Vi basate sulla propaganda senza saper risolvere i problemi, vi comportate come regnanti, padroni della città, l’avete resa il vostro salotto privato aperto solo ai vostri amici. Avete consegnato la città in mano ai vari Sgarbi, Naomi e compagnia bella e la pagheremo cara tutti la vostra regnanza. Non conoscete il rispetto e l’umanità: infierire come state facendo, conoscendo molto bene la situazione familiare di Modonesi, vi accomuna alla peggior specie di avvoltoi e sciacalli. Solidarietà e vicinanza alla famiglia di Aldo e un grande abbraccio a Irene”.

“Pensavamo che ci fosse un limite: purtroppo ci sbagliavamo” rincara la segreteria provinciale del Pd che parla di una “strumentalizzazione schifosa, ignobile e senza vergogna”, anche se “abbiamo purtroppo scoperto a spese di tutti i cittadini di ferraresi quanto alto sia il livello di vergogna di questi amministratori che, tra una casa popolare con idromassaggio, un like ad un post che inneggia a forni crematori e tanto altro, non smettono di coprire di ridicolo la nostra bella città”.

Sulla questione intervengono anche Cristiano Zagatti (Cgil), Bruna Barberis (Cisl) e Massimo Zanirato (Uil): “Il contenuto di certa comunicazione a cui siamo sottoposti ormai da troppo tempo ha il solo scopo di danneggiare, offendere, insultare un ipotetico avversario.  Chi sceglie di fare il “politico” ricoprendo un ruolo istituzionale di amministratore pubblico è un “servitore” della comunità e non unicamente dalla parte di chi lo ha votato o lo ha eletto e a cui alimentare la pancia. I cittadini di questa provincia si meritano una rappresentanza politica coesa, dedita alla comunità, impegnata nel ricercare soluzioni ai tanti problemi che il territorio affronta ogni giorno: il lavoro che non c’è, le infrastrutture insufficienti, la sanità solo per citarne alcuni”.

L’atteggiamento del vicesindaco “è disgustoso nel metodo e nel merito” anche per Italia Viva: “Nel metodo, perché attribuire ad un avversario le (eventuali) colpe di un congiunto è un atto di sciacallaggio che squalifica sia chi lo compie, sia le istituzioni che rappresenta. Nel merito, perché appartiene alla barbarie e non a una concezione dello stato liberale, esprimere un giudizio di colpevolezza su chiunque, prima della definitività della condanna. Il vicesindaco si faccia spiegare bene dai propri legali la differenza tra condanna in primo grado e condanna definitiva; già che c’è si faccia rinfrescare la memoria sulla nozione di patteggiamento. Auspichiamo che la politica e la società ferrarese abbiano la forza di isolare chi sta trasformando la legittima dialettica politica in una lotta senza esclusione di colpi, che infanga le istituzioni democratiche oltre che l’onorabilità delle persone”.

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