di Pietro Perelli

Si ritrova alla sala polivalente di Casaglia il Pd ferrarese per affrontare la sua prima assemblea post elezioni. “Un luogo simbolico – spiega il segretario comunale Nicola Minelli -, il posto da cui tutto è partito e la prima vera sfida della nostra segreteria”. E di sfide pare ne debbano affrontare ancora molte perché, nonostante la vittoria alle regionali, le problematiche continuano ad essere tante, prima tra tutte probabilmente quella organizzativa.

Minelli, di fronte ai segretari di circolo ma anche ai consiglieri comunali, a quelli regionali Marcella Zappaterra e Marco Fabbri, al segretario provinciale Nicola Minarelli, chiede ai circoli una “partecipazione attiva”. Ribadisce più volte l’appoggio all’operato dei consiglieri comunali che “sono il braccio del partito” e spiega la volontà di “sovvertire la piramide e far sì che la base passi all’apice”. Il giovane segretario comunale pare avere come obiettivo quello di una maggiore partecipazione ma vede anche come faro l’agenda 2030, tanto da pensare che si debba ragionare su “un patto per la sostenibilità” che dia al partito “un’identità sull’ambiente”.

Minelli incassa anche il sostegno di Simonetta Renga -candidata il 26 gennaio – che, non presente, invia un video nel quale spiega come “voi siete il futuro della sinistra” ma anche che “il Pd è il perno” attorno al quale ruota. “Dovete includere le piazze – spiega –, dalle Sardine ai Friday For Future, e lavorare sul contatto con le persone” e al tempo stesso le parole d’ordine devono essere “competenza, giovani, ambiente, occupazione e innovazione”.

Critico l’intervento di Ilaria Baraldi che ricorda come “quello che siamo oggi lo dobbiamo alla strada fatta fin qui”. “L’agenda 2030 – continua – non può essere ora il problema principale per la segreteria, ora il problema principale è l’organizzazione” e, continua, “per fare tutto serviamo tutte e tutti”. Il problema che fa notare Ilaria Baraldi è che per quanto siano condivisibili le parole del segretario sugli obiettivi, “senza questo lavoro organizzativo non partiamo neanche”.

Di stampo leggermente diverso l’intervento di Aldo Modonesi “convinto che scontiamo la rottura di un rapporto di fiducia che c’era tra la sinistra e il suo elettorato”. L’ex candidato sindaco è conscio “che tra quattro anni servano protagonisti diversi” ma anche che si debba “essere pronti a tutto” affiancando quindi all’orizzonte medio un “orizzonte quotidiano”. “Non dobbiamo avere – dice – la timidezza di fare opposizione a fianco di un lavoro alto sui temi”.

Sulla stessa linea di Ilaria Baraldi anche Simone Merli; “fare opposizione oggi – dice – è molto complesso perché senza di noi non c’è discussione e una commissione o un consiglio potrebbe durare anche solo cinque minuti”. Però ricorda ai suoi compagni di partito che “non si può semplicemente dire così non si fa opposizione, serve una proposta alternativa”.

Interviene per ultimo il segretario provinciale Nicola Minarelli che pare abbastanza preoccupato perché “la sfida più grande che abbiamo di fronte oggi è quella di sistemare il puzzle”. “Ho ascoltato – dice – posizioni molto distanti” ma, aggiunge, “se non ci mettiamo nell’ottica dell’ascolto reciproco abbiamo di fronte un orizzonte complicato”. Al termine riprende brevemente la parola Minelli per “riconoscere alcune lacune della segreteria” ma anche per ribadire di “confidare su chi ha più esperienza”.