Economia e Lavoro
13 Luglio 2018
Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil attaccano il ministro Di Maio: “Niente di dignitoso in tutto ciò”

Tornano i voucher nel turismo? Per i sindacati “sarebbe un dramma”

di Redazione | 3 min

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Il ministro Di Maio

Quelle del ministro e vicepremier Luigi Di Maio sull’apertura al ritorno dei voucher nel turismo, sono “dichiarazioni sconcertanti” per i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per i quali “forse non si sa o si fa finta di non sapere che il massimo dell’abuso dei vecchi voucher si è registrato proprio nei nostri settori dove i “buoni lavoro” servivano per istituzionalizzare il lavoro nero o in alcuni casi per garantire le aperture notturne nelle grandi catene della distribuzione, creando veri e propri eserciti di sfruttati”.

“Alcuni grandi operatori della ristorazione commerciale hanno preso lavoratori tutti a voucher quando si trattava di aprire nuovi punti di vendita – attaccano i segretari Fabrizio Tassinati (Filcams), Luca Benfenati (Fisascat) e Giorgio Zattoni (Uiltucs) -. Bar e ristoranti utilizzavano i voucher in sostituzione di contratti veri, solo per risparmiare. Il turismo poi è un settore che incide per il 12% sul Pil nazionale, complessivamente vi operano circa un milione e mezzo di addetti di cui circa 300mila lavoratori stagionali: meriterebbe ben altre attenzioni da parte del Governo che invece risponde al grido di dolore delle associazioni di imprese che anche quest’estate stanno registrando buoni incassi”.

“Niente di dignitoso in tutto ciò ”, affermano ancora con parole che non sono scelte a caso, ma si rifanno direttamente al nome scelto da Di Maio per presentare il suo primo intervento da ministro nel mondo del lavoro: “Converrebbe come prima cosa cambiare nome al ‘decreto dignità’. Questa proposta contraddice la volontà di ridurre la precarietà. Se così fosse sarebbe una decisione vergognosa, profondamente in contraddizione con la volontà, affermata in questi giorni dal Governo, di porre argini alla precarietà, tanto ‘sventolata’ in campagna elettorale. È una discussione paradossale: i voucher esistono ancora. L’unica necessità che si intravede dietro tale decisione è quella di una riduzione dei costi per le imprese fatta sulla pelle dei lavoratori e sui loro diritti. Se, invece, l’obiettivo, come dichiarato, è quello di rilanciare l’economia e le nostre aree turistiche, allora l’unica strada possibile è partire dalla valorizzazione del lavoro, quello contrattualizzato che già oggi garantisce la flessibilità richiesta dalle imprese e concordata con le organizzazioni sindacali anche di recente col rinnovo del Ccnl del turismo”.

“La stagionalità nel settore del turismo e dell’indotto commerciale generato è un fenomeno strutturale del comparto – spiegano i sindacati – e pertanto necessita di politiche strutturali di sostegno, non può essere gestita con i voucher, ma deve far riferimento agli istituti dedicati già presenti nella contrattazione nazionale del settore che disciplina, tra gli altri, anche il trattamento economico del lavoro extra e di surroga. Il ricorso al voucher nel settore del turismo comporterebbe per migliaia di lavoratori del nostro territorio anche l’esclusione dalla Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego in vigore dal 2015, che interviene nel sostegno al reddito dei periodi non lavorati. Piuttosto si ragioni su come favorire l’allungamento dei rapporti di lavoro nel settore del turismo, tra quelli esclusi dai trattamenti ordinari di sostegno al reddito, e su un eventuale riforma della Naspi più favorevole alla stagionalità dove intere famiglie con dignità si portano a casa un pezzo di pane”.

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