Copparo
24 Novembre 2017
Il sindaco Rossi chiede provvedimenti alla Camelot: "Episodi intollerabili, garantiamo la sicurezza dei cittadini di Copparo"

“Spacciatori richiedenti asilo fuori dall’accoglienza”

di Redazione | 4 min

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Coccanile. Allontanare immediatamente i richiedenti asilo spacciatori dalla casa di accoglienza. È quanto richiesto dal sindaco di Copparo Nicola Rossi alla Camelot, la cooperativa che gestisce il Cas (centro di accoglienza straordinaria) di Coccanile che ospita, tra gli altri, i tre richiedenti asilo denunciati per spaccio.

All’indomani dell’operazione dei carabinieri, che ha portato alla denuncia dei tre pusher – tutti di nazionalità nigeriana, tra i 30 e 35 anni – per detenzione di stupefacenti, il primo cittadino copparese ritiene che “occorra rispondere in modo fermo e inequivocabile: come sindaco di Copparo non posso tollerare che simili episodi rendano più fragile la percezione di sicurezza, alimentando la ormai crescente preoccupazione tra i cittadini di questo territorio”.

Rossi chiede che le persone denunciate “vengano immediatamente allontanate dalla casa di accoglienza, per dare un segnale forte e garantire la sicurezza e la tranquillità dei cittadini di Copparo”. Ma non solo. “Chiedo si vada oltre i controlli formali, mettendo in campo modalità che possano individuare alla nascita comportamenti fraudolenti”.

“Questa amministrazione da tempo ha messo in essere politiche di integrazione concrete – ricorda il sindaco copparese -, coinvolgendo i richiedenti asilo in lavori socialmente utili, dove le associazioni di volontariato del territorio hanno avuto un ruolo di fondamentale importanza. Non posso tollerare che questo importante lavoro venga vanificato e messo in discussione”.

A metterlo subito in discussione ci pensa la Lega Nord – per voce di Nicola Lodi e Massimo Baraldi, rispettivamente segretari comunali del Carroccio di Ferrara e Copparo – che al grido di “Copparo non diventi la nuova Gad” punta i riflettori su questa “situazione allarmante fino ad ora ignorata da un Pd sordo e cieco”.

“A Coccanile i militari hanno fermato tre richiedenti asilo dopo un indagine e non per un semplice controllo, questo per dire che il meccanismo criminale è ben collaudato e studiato” analizzano i due leghisti, decisi ad “alzare i toni su questa vicenda  oramai radicata in tutto il territorio emiliano: già abbiamo assistito a richiedenti asilo arruolati per spaccio, richiedenti asilo pendolari che arrivano a Ferrara e ritornano nelle varie strutture per occultare ed organizzare traffici di stupefacenti credendo di farla franca”.

“Ora ci chiediamo perché Camelot non abbia un servizio di controllo h24, perché ben tre ospiti non siano stati monitorati e controllati durante questi mesi” è la domanda che Lodi e Baraldi rivolgono alla cooperativa che ora “deve prendere le distanze non a parole ma con fatti, accompagnando i profughi con i propri bagagli e portandoli direttamente in prefettura: non vogliamo che i cittadini paghino un solo giorno in più il soggiorno a questi finti richiedenti asilo”.

La Lega chiede poi al sindaco, “nel suo potere di garante della sicurezza”, di “scendere a fianco del Carroccio in questa protesta contro chi delinque a Copparo, non ci sono scusanti. Il sindaco organizzi iniziative di controllo assieme alla polizia municipale per verificare tutte le strutture sul territorio, magari chiedendo ai colleghi di Ferrara il reparto cinofilo. Sarebbe il giusto segnale per i cittadini di Copparo”.

Sulla questione dei richiedenti asilo pusher, lo ricordiamo, era intervenuto anche Matteo Fornasini (FI) con un’interpellanza, alla quale ha risposto la presidente di Asp Angela Alvisi: “Tutti i beneficari dei progetti Cas di Asp quando vengono inseriti nel progetto, sottoscrivono un “patto di accoglienza” in cui viene esplicitato il divieto di possedere droga – spiega Alvisi -. Questo divieto viene ribadito all’entrata delle strutture di accoglienza e siglato con la firma del regolamento di convivenza all’interno delle stesse. Negli ambienti comuni di ogni struttura viene appeso il regolamento che riporta tali indicazioni, oltre che il divieto di consumo di alcool e sigarette al loro interno”.

“Gli operatori delle strutture provvedono quotidianamente a controllare le stanze dei beneficiari del progetto – assicurava la presidente Asp a ottobre -. Il corso di lingua per richiedenti asilo prevede inoltre un modulo di educazione civica ed alla legalità nel quale si affrontano diverse tematiche fra le quali le conseguenze connesse alla detenzione ed all’uso di sostanze stupefacenti. La modalità di gestione individuata da Asp viene condivisa in riunioni periiodiche con le varie Ati al fine di garantire una omogeneità nelle procedure”. Ma ogni tanto c’è una falla.

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