Codigoro
23 Novembre 2017
Marisa Cova (Ausl): “Il ruolo degli stranieri nella diffusione delle malattie trasmissibili è analogo a quello del resto della popolazione”

Nessuna malattia rara portata da migranti

di Redazione | 3 min

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Quale protocollo sanitario seguono i migranti che vengono ammessi ai corsi di alfabetizzazione o ad altri corsi nella nostra provincia in merito alle comuni vaccinazioni? Risultano in provincia casi di malattie rare da loro trasmesse? Anche questi gli interrogativi sollevati da molti nell’ambito della discussione attorno all’interrogazione consigliare del centrodestra codigorese.

Portando la voce preoccupata di alcuni genitori in consiglio, il gruppo si chiede “quali misure sanitarie siano state prese o si intendano prendere” e “se vi siano state preventive valutazioni di salubrità o opportunità atte a consentire, anche a livello sanitario, la commistione tra soggetti vaccinati, in fase di vaccinazione e non vaccinati” nella scuola media ‘Giovanni Pascoli’, in considerazione del contestuale utilizzo dei medesimi ambienti scolastici da parte di soggetti minorenni per i quali è obbligatoriamente prevista la prevenzione urgente vaccinale per malattie infettive e di soggetti maggiorenni per i quali non vige alcun obbligo vaccinale.

“I dati locali delle malattie trasmissibili, in linea con i dati regionali e nazionali, suggeriscono che il ruolo degli stranieri nella diffusione delle malattie trasmissibili è, attualmente, analogo a quello del resto della popolazione” spiega Marisa Cova, responsabile modulo Prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili del Dipartimento Sanità Pubblica Ausl Ferrara. “Attualmente, peraltro, non risultano nel nostro territorio casi di ‘malattie rare’”.

“I casi di malattie ‘infettive’ – aggiunge – vengono segnalati secondo normativa vigente dai medici ospedalieri (e non) al Dipartimento di Sanità Pubblica, come previsto dalla normativa vigente, e i dati inviati in tempo reale alla Regione, che li trasmette al Ministero”.

E sempre il Dipartimento di Sanità Pubblica, insieme a quello di Cure Primarie e all’ambulatorio in capo a Caritas gestisce “per i migranti giunti nel nostro territorio, un protocollo di sorveglianza appositamente realizzato, elaborato secondo quanto previsto dal protocollo nazionale ‘Mare Nostrum’ e successive modifiche”.

Questo prevede che i migranti “siano sottoposti subito allo screening antitubercolare per escludere la presenza di malattia in atto – tramite radiografia toracica – e di infezione tubercolare latente – con Test di Mantoux o intradermoreazione – e siano presi in carico per la profilassi vaccinale”.

Profilassi disciplinata dal ‘Protocollo operativo per la sorveglianza sindromica e la profilassi immunitaria in relazione all’emergenza immigrati dall’Africa settentrionali’ del Ministero della Salute, che prevede che per i minori si faccia riferimento riferimento alla Circolare Ministeriale n.8 del 23/3/1993 “Documenti di vaccinazione per minori immigrati”: seguendo il calendario italiano, in rapporto all’età, si eseguirà dunque il ciclo vaccinale ‘completo’ in caso di bambini mai vaccinati, si completerà il ciclo in caso di bambini vaccinato regolarmente nel Paese d’origine e stato vaccinale sufficientemente documentato”

Infine, in caso di documentazione insufficiente o stato vaccinale dubbio si somministreranno anti polio, anti morbillo-parotite-rosolia, anti Hib, anti HBV, anti difto-tetano-pertosse. Nel caso in cui sia prevista la permanenza del minore nel nostro Paese, sarà possibile completare il ciclo vaccinale con dosi di richiamo calendarizzate.

Per gli adulti – in base alla Circolare n.16/96 del Ministero della Sanità – è indicata invece la sola profilassi anti-tetanica post-esposizione in presenza di lesioni a rischio di tetano, secondo le indicazioni nazionali vigenti.

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