Codigoro
21 Novembre 2017
Muzi (Cpia): "Alla Pascoli corsi statali per soli maggiorenni fuori dall'obbligo vaccinale. Nella sanificazione non ci sono protocolli a seconda di chi occupa i locali"

Stranieri nelle aule dei bambini, il dirigente scolastico sente il “sapore della provocazione”

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Codigoro. “L’interrogazione codigorese ha il sapore della provocazione e lascia come dato di amarezza principalmente la non conoscenza della normativa italiana circa le attività formative delle scuole statali”. Fabio Muzi, dirigente scolastico del Cpia ferrarese, commenta così la vicenda legata allo svolgimento dei corsi di alfabetizzazione nella scuola media ‘Pascoli’ di Codigoro.

A seguito dei contatti intercorsi con l’amministrazione comunale, nella persona del sindaco Alice Zanardi, “con cui si sono condivise le valutazione sul caso”, Muzi interviene di buon grado, con l’intenzione di chiarire gli aspetti tirati in ballo nell’interrogazione della civica Obiettivo Comune, dalla sanificazione degli ambienti ai dubbi sugli obblighi vaccinali, fino ai costi di gestione dei corsi in questione.

“Al termine delle attività, aule e arredi degli istituti scolastici sono sottoposti a sanificazione secondo un protocollo che prevede la detergenza (con detergenti che non sono presidi medico-chirurgici) e il riordino, e che è identico a prescindere dal tipo di ospiti che occupano i locali, bambini o adulti che siano. Non esistono protocolli diversi a seconda dei casi”.

Circa le attività nel codigorese, “non ci sono mai stati problemi finora”. La sede associata ospita corsi per adulti almeno dal 2005, dai tempi dei Ctp (poi convertiti in Cpia nel 2015) per i corsi di licenza media, lingua inglese, informatica e italiano per stranieri. Ma questi ultimi costituivano un’utenza ridotta rispetto agli attuali corsi di alfabetizzazione di italiano L2, che coinvolgono “solo maggiorenni”.

“Possono iscriversi solo cittadini dai 18 anni in su, mentre nei corsi di primo livello che teniamo ad esempio a Comacchio – conferma Muzi – vi sono anche ragazzi di 16 e 17 anni, non richiedenti asilo. In tutti i casi i nostri ospiti sono quindi fuori dalla previsione di legge circa l’obbligo vaccinale, in regola con le disposizioni nazionali”, come già registrava l’autore dell’interrogazione codigorese.

A fare la differenza, in termini di soddisfazione delle richieste di Obiettivo Comune, saranno a questo punto i chiarimenti attesi su quali “misure sanitarie siano state prese o si intendano prendere atte a consentire la commistione tra soggetti vaccinati, in fase di vaccinazione e non vaccinati”.

Infine, capitolo costi. Posto che i corsi non sono nello specifico finanziati a livello locale, “non ci sono costi aggiuntivi per la comunità codigorese: il personale docente e non docente è a carico dello Stato. Le spese a carico dell’amministrazione, secondo quanto previsto dalla legge 23/2006, sono quelle connesse alla sede scolastica, immobile comunale ceduto all’istituto comprensivo”. Utenze, dunque.

Un aspetto, questo, che potrebbe scontentare quanti non ritengono opportuno finanziare con risorse comunali il funzionamento ‘extra orario’ del plesso, ma che è insito nella natura stessa del Cpia. “Gli alunni in questione sono in carico al Cpia, una scuola statale che, recependo normative nazionali, tiene corsi in sedi associate pubbliche individuate in accordo con i Comuni in commissione scolastica provinciale. E non sempre si tratta di scuole, svolgiamo i nostri corsi anche in altri spazi messi a disposizione”.

Il proposto trasferimento dei corsi presso altra sede comunale risolverebbe quindi l’avvertito problema della compresenza tra minorenni e maggiorenni nella Pascoli, senza però cambiare le ‘spese connesse’ al funzionamento dei locali.

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