Attualità
21 Novembre 2017
Tracciate le linee guida del mandato di Campanaro: "Attenzione alle aree più degradate e agli obiettivi sensibili, bene l'esercito"

Il nuovo prefetto si presenta: “Partiamo da sicurezza e accoglienza”

di Elisa Fornasini | 4 min

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“Forte spirito di squadra e di appartenenza all’insegna della leale collaborazione”. È il motto che ha accompagnato nel tempo le esperienze professionali del nuovo prefetto di Ferrara Michele Campanaro che, dopo aver “raccolto il testimone dalle mani del mio predecessore Tortora”, porta il suo pesante bagaglio di conoscenze in una provincia, quella estense, più tranquilla rispetto alle “realtà profondamente provate” in cui ha prestato servizio, come Taranto e Caserta, dove il ministro dell’interno lo nominò commissario alla Terra dei Fuochi.

Al suo insediamento nel palazzo Giulio d’Este, il neo prefetto si dice “onorato di aver ricevuto questo incarico con nomina deliberata dal consiglio dei ministri lo scorso 2 novembre”, tempo che ha sfruttato per conoscere questo territorioa cui voglio aprirmi, non rimanendo dietro la scrivania“. Un “uomo sul campo” che viene da una “realtà completamente diversa, quella napoletana, dove ho avuto un incarico di contrasto all’odioso fenomeno dei roghi di rifiuti”; prima ancora della lunga esperienza a Caserta (dal 2012 al 2017) fu viceprefetto a Taranto (dal 2010 al 2012), “sempre legato all’attività di contrasto alla criminalità organizzata”; ma la realtà più vicina a quella ferrarese l’ha incontrata a Treviso come capo di gabinetto dal 2006 al 2010.

“Sono un uomo del sud ma torno al nord con partecipazione ed entusiasmo” annuncia Campanaro (nato e cresciuto a Matera, dove ha iniziato la sua carriera come capo di gabinetto, ndr) che ha già iniziato a tessere i rapporti con le istituzioni locali. “Ho incontrato il questore Pallini (anche lui neo insediato) dal quale ho ricevuto massima disponibilità, i dirigenti della prefettura e i vertici delle forze dell’ordine in cui ho trovato delle professionalità di alto livello. Sono convinto che si possa fare un ottimo lavoro perché i risultati concreti si ottengono con spirito di servizio, applicazione sul lavoro, coordinamento e confronto quotidiano – assicura il prefetto -: è fondamentale lavorare insieme e consolidare lo spirito di squadra dentro e fuori la prefettura per garantire la sicurezza che merita una realtà come Ferrara“.

Nel “primo franco scambio di impressioni con il sindaco e presidente della Provincia Tagliani sono state tracciate “le linee guida sui temi centrali da affrontare: sicurezza e accoglienza“. Assicurando “la mia attenzione alle aree più degradate” (leggasi Gad, ma mai nominato, ndr) e “agli obiettivi sensibili come l’imminente apertura del Meis”, Campanaro accoglie con favore anche l’uso della polizia municipale e dell’esercito.

“Cercherò di sfruttare qualche piccola conoscenza che ho sviluppato nelle mie esperienze pregresse perché la possibilità di avvalersi di un contingente militare, seppur in numero ridotto, è un’opportunità da impiegare al meglio” rivela Campanaro che ha già avuto modo di prendere familiarità con l’operazione “Strade Sicure” a Napoli, dove i numeri dei militari erano significativi (cento uomini per ciascuna provincia della terra dei fuochi) ma comunque un “ago in un pagliaio in un territorio così esteso, anche se risultati importanti nel contrasto ai roghi dolosi sono riuscito ad ottenerli grazie al loro impiego”. “Anche quando arrivarono i militari a Caserta, nel 2014, il primo approccio fu di prudenza se non addirittura di sospetto mentre oggi sono i sindaci che richiedono il loro impiego: ecco perché credo che la presenza dei militari a Ferrara sia utile e opportuna, saprà dare un valore aggiunto alla città”.

Altro tema critico, “priorità in assoluto nell’indirizzo del governo”, è quello dell’accoglienza. “Ho gestito questo sistema a Caserta ma qui trovo un sistema diverso, strutturato, partecipato, diffuso attraverso un’azienda dell’amministrazione (Asp), indicativa di una differente modalità di approccio”. Un approccio che a volte vacilla, quando alcuni Comuni rifiutano ancora di accogliere. “Venti Comuni su ventitré hanno presenze distribuite sul territorio, c’è il terreno fertile per l’accoglienza diffusa richiesta da Minniti.  Ci confronteremo con gli amministratori di qualunque appartenenza politica per dare il massimo anche perché quando l’accoglienza è sviluppata in maniera corretta non crea problemi. Infatti non esiste un rapporto di collegamento diretto tra sicurezza e incidenza dell’accoglienza“.

Infine due parole di collegamento tra la città che gli ha dato i natali e quella che lo ospiterà nei prossimi anni. “Ferrara è una delle capitali culturali italiane, una delle città culla della civiltà italiana ed europea, e anche Matera sarà capitale della cultura nel 2019. Sarei comunque ingiusto a paragonare questa realtà alle altre in cui ho lavorato: sono diverse le condizioni di partenza, qui c’è un tessuto sociale molto forte e la capacità di resistenza della gente rispetto ai fenomeni criminosi, ma non significa che dobbiamo abbassare la guardia sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, oggetto di uno dei prossimi briefing”.

Ultima domanda fuori tema, com’è Campanaro fuori servizio? “Sono una persona appassionata del proprio lavoro h24, trovo poco spazio per coltivare altri interessi – confida il neo prefetto -. La cultura mi riempie le giornate, mi appassiona la lettura e lo sport. Non farò mancare il mio sostegno alla squadra locale, senza nessun conflitto di interessi: Matera gioca in Lega Pro”.

Il messaggio del nuovo prefetto alla comunità ferrarese

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