Attualità
14 Novembre 2017
I giovani scendono in piazza per riappropriarsi degli spazi pubblici e avviare un confronto con le istituzioni

“Ferrara non è una città universitaria, ma senza gli studenti muore”

di Redazione | 3 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

“Ferrara non è una città universitaria, ma è fondamentale che lo diventi perché senza di noi la città muore”. Gli “studenti indipendenti” di Ferrara, riuniti nel coordinamento universitario Link, si sentono la linfa vitale della città estense. Tanto da mobilitarsi in prima persona per iniziare un “percorso di riappropriazione degli spazi pubblici, della vita studentesca e di tutte le proposte e iniziative discusse e non concretizzate” che partirà venerdì 17 novembre alle 15.30 in piazza Municipale.

“Ferrara città universitaria. Spessissimo sentiamo queste parole in bocca ad esponenti dell’amministrazione cittadina; mai come nella situazione attuale queste parole sono da mettere in discussione – è l’analisi critica del Link -. Ferrara, circa 135.000 abitanti, ha un bacino studentesco universitario di circa 15.000 studenti, i quali potrebbero arrivare a 20.000, se la politica di ateneo rimarrà contraria ai numeri programmati locali (in realtà Unife ha già sfiorato la quota di 21mila studenti, ndr). Quest’anno il boom di iscrizioni ha avuto il merito di aprire uno spazio di discussione cittadino su temi fondamentali, dal discutissimo diritto all’abitare, al diritto allo studio in generale; spazio di discussione che rimanda tutto al tema della cittadinanza studentesca, di come la città vede gli studenti e di quali attività ed iniziative offre loro”.

Ma qui si incappa nel primo problema. “Tutta la discussione è legata principalmente all’idea sbagliata di studente espressa dalla maggior parte della popolazione residente ferrarese (di età media sicuramente non bassissima) – commentano i giovani -: studenti nullafacenti, dediti solamente al divertimento, al bere in piazza, che devastano gli appartamenti in cui abitano. Ci teniamo a sottolineare che la componente studentesca ha a Ferrara un’importanza fondamentale, sia dal punto di vista economico, in quanto frequentatori di bar, negozi, market, sia dal punto di vista della produzione culturale che numerose associazioni studentesche quali la nostra mettono in campo, provando a creare iniziative e a combattere con la scarsissima considerazione da parte dell’amministrazione comunale”.

Tuttavia, all’aumento del numero di studenti di quest’anno, “la città ha risposto molto male – lamentano gli universitari -: studenti senza casa, speculazioni abitative, lezioni in streaming senza interazione studente-docente, trasporti costosi, mancanza di infrastrutture per la didattica e per la socialità, prezzi eccessivi per libri di testo, appunti, fotocopie, tagli alle agevolazioni per gli studenti (150 ore, fondo culturale), restrizioni e repressione sugli spazi di aggregazione, scarsissima considerazione delle proposte e dei bisogni degli studenti”.

Questa situazione, secondo il coordinamento universitario, deve essere completamente ribaltata. “Al contrario di quanto sostenuto dall’amministrazione comunale, Ferrara non è una città universitaria, perché per definizione non si deve parlare solamente del numero degli studenti, ma anche e soprattutto del ruolo attivo e propositivo che devono avere gli studenti all’interno della città, per mutarla, proporre nuove idee, modificare il piano di politiche urbane”.

“Ferrara non è una città universitaria, ma è fondamentale che lo diventi – ribadiscono gli studenti -; per tradurlo in pratica chiediamo all’amministrazione comunale, ai partiti, alle associazioni, all’università, alla società civile di mettere da parte gli attacchi strumentali, più o meno palesi, e di iniziare un percorso di confronto perché la città di Ferrara sia sentita come un bene comune, condiviso da tutti, residenti e studenti, da gestire assieme per un maggior benessere della collettività”.

Venerdì 17 novembre, nella Giornata Internazionale dello Studente, gli universitari saranno in piazza Municipio dalle 15.30, a spiegare “la nostra idea di città, di partecipazione e di costruzione, per risolvere tutti i problemi attuali della componente studentesca e rilanciare sul futuro di Ferrara”. Il Link invita tutta la cittadinanza a partecipare attivamente all’iniziativa – “a partire dai nostri colleghi studenti, portando idee, proposte, iniziative da declinare in pratica” – perché “siamo assolutamente convinti che senza gli studenti Ferrara sia più che grigia, noi vogliamo riportare colore e vita nelle strade, nelle aule, nelle università. Senza di noi Ferrara muore”.

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