Spettacoli
14 Novembre 2017
Si fa sentire il richiamo dell'orchestra diretta da Vladimir Jurowski. Ospite d'eccezione la pianista Martha Argerich

Il concerto della Filarmonica tedesca si avvia verso il sold out

di Redazione | 3 min

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Vladimir Jurowski (©Drew Kelley)

Mercoledì 15 novembre, alle 20.30, Ferrara Musica prosegue la stagione 2017/2018 con uno dei suoi appuntamenti più attesi, un concerto di eccezionale rilievo, che si preannuncia quasi completamente sold out (il giorno stesso, dalle 15.30, verranno messi in vendita anche i posti di loggione in piedi). Al teatro Comunale di Ferrara Vladimir Jurowski salirà sul podio della Deutsche Kammerphilharmonie Bremen per un concerto che vede la partecipazione di Martha Argerich, tra i più celebri pianisti del mondo, un’artista assai legata a Ferrara Musica e al suo fondatore Claudio Abbado, con cui ha collaborato per oltre quarant’anni.

Apprezzato dal pubblico ferrarese che lo ha applaudito più volte nelle ultime stagioni, Vladimir Jurowski è nato a Mosca ma si è trasferito presto in Germania dove ha studiato con Sir Colin Davis, Rolf Reuter e Semion Skigin. Direttore principale dalla London Philharmonic Orchestra dal 2007 e, da questa stagione, Direttore principale e Direttore artistico della Rundfunk-Sinfoniorchester Berlin, è uno tra i più ricercati e dinamici direttori d’orchestra contemporanei. La Deutsche Kammerphilharmonie Bremen è tra le formazioni orchestrali più famose e raffinate al mondo: vivacità, fantasia e freschezza le garantiscono grande successo di pubblico e innovativi risultati artistici. Frutto di una produzione di Ferrara Musica, il concerto andrà poi in tournée europea.

Il programma si apre con la Sinfonia in sol maggiore K. 318 di Mozart, dell’aprile del 1779, la prima che il compositore scrisse dopo il disastroso viaggio a Parigi in cui era morta la madre. Poiché la Sinfonia ha la forma di una ouverture operistica, alcuni studiosi hanno concluso che fosse stata concepita quale introduzione a una delle opere a cui Mozart stava lavorando in quel periodo, come Zaide o Thamos, re d’Egitto. Composizione giovanile, è piacevole e scorrevole e rappresenta un tassello prezioso del magnifico mosaico della creatività mozartiana.

Si continua con il brano forse più atteso della serata, il Concerto per pianoforte e orchestra op. 54 in la minore di Robert Schumann, solista Martha Argerich. La pianista argentina con questo lavoro ha una sorta di simbiosi creativa, avendolo suonato numerosissime volte nel corso della sua carriera ed essendo arrivata a stabilirne una sorta di paradigma interpretativo.

La genesi dell’opera inizia nel 1839, quando Schumann comincia a pensare a un’opera che ridisegni gli equilibri e le relazioni nella forma del concerto. Lo porterà a termine anni dopo, nel 1845, e sarà la moglie Clara Wieck a eseguirlo. Il Concerto impone al solista un virtuosismo ad alta definizione: è una pagina densa in cui l’autore riassume tutte le suggestioni e le ansie espressive e formali che lo assillavano, superando gli schemi tradizionali, fin dall’imperioso e celebre attacco del primo movimento, dallo strappo violento dell’orchestra seguito dalla rutilante cascata di accordi del pianoforte.

La seconda parte della serata ha per protagonista un altro grande compositore tedesco, Felix Mendelssohn-Bartholdy, di cui verrà eseguita la Terza Sinfonia in la minore op. 56. Quest’opera, composta tra il 1829 e il 1842, è nota anche come La Scozzese poiché nacque sull’onda dell’ispirazione seguita al primo viaggio di Mendelssohn in Scozia, un luogo che accese la romantica fantasia creativa del compositore.

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