Terre del Reno
9 Novembre 2017
Rinvio a ottobre 2018 per la bancarotta da quasi 500mila euro

Crac Bonzagni, il processo tra un anno

di Daniele Oppo | 1 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

(archivio)

Dosso. Ottobre 2018. Inizierà fra poco meno di un anno il processo per il crac della “vecchia” Manifatture Bonzagni, che vede imputato Raffaele Bonzagni, ex amministratore delegato dell’azienda.

L’imputazione è per bancarotta distrattiva e a Bonzagni – difeso dagli avvocati Alberto Bova e Massimo Bissi – sono contestati quattro capi d’imputazione per un totale di quasi 500mila euro che, secondo il pm Isabella Cavallari, sarebbero stati sottratti all’azienda dirottandoli verso altre imprese, il cui fallimento si è costituito parte civile tramite l’avvocato Marco Linguerri (sostituito in udienza dall’avvocato Silvia Fasolin).

Mercoledì mattina, davanti al collegio composto dai giudici Vartan Giacomelli (presidente), Debora Landolfi e Sandra Lepore (a latere), si è tenuta l’udienza filtro per l’ammissione delle prove. L’udienza è stata poi aggiornata al 3 ottobre dell’anno prossimo per l’avvio dell’istruttoria con l’escussione dei testi del pm e della parte civile e l’esame dell’imputato.

Bonzagni è anche imputato insieme ad altre otto persone per una frode fiscale – le cosiddette “frodi carosello” – da diverse centinaia di miglia di euro in cui sono coinvolte sia la Manifatture che altre società, e che sono almeno in parte l’altro risvolto penale del crac.

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