Un modello “inadeguato, mal concepito, progettato e ancor peggio gestito”, anzi, è proprio il “sistema peggiore in Italia e in Europa”. È una bocciatura durissima quella che Valentino Tavolazzi, ex city manager e consigliere di opposizione con Progetto per Ferrara, riserva ai tanto discussi cassonetti a calotta.
Fautore del porta a porta, “richiesta inutilmente dai primi anni 2000 e sottoposta al voto del consiglio comunale dal 2009 al 2014”, Tavolazzi si scaglia contro la scelta delle calotte “caduta dall’alto, in sordina, con arroganza e protervia, in assenza di un confronto in consiglio comunale, con l’imposizione perentoria ai cittadini e l’annessa loro denigrazione, da parte dei quaraquaqua in forza al partitone dominante, che incolpano i ferraresi del fallimento di questo modello”.
“In tutte le città dove è stato riorganizzato il sistema di raccolta dei rifiuti urbani per introdurre la tariffa puntuale, i cittadini sono stati coinvolti nell’analisi del modello, con approfonditi ed accesi confronti su finalità del nuovo sistema, soluzioni tecnologiche adottate, impatti su salute e ambiente, riduzione dei costi di gestione ed incentivi per i comportamenti virtuosi – nota l’ex consigliere , ma nella nostra città Hera da anni opera come decisore occulto, forte della sponda passiva del sindaco Tiziano Tagliani e del Pd, e a farne le spese (economiche, ambientali e sanitarie) sono sempre i ferraresi” con “l’aggravante che il nuovo sistema imposto non incide minimamente sulle quantità di rifiuti inceneriti nel cancrovalorizzatore di Cassana”.
Se per Tavolazzi “è universalmente acquisito che il sistema più efficace, meno costoso per i cittadini e dai risultati qualitativamente più elevati è quello porta a porta personalizzato“, parte poi in quarta nell’elencare i motivi per cui “il sistema a calotte e senza dubbio il peggiore”.
“La recente ricerca di Esper e dell’associazione Comuni Virtuosi sui sistemi a tariffa puntuale in Italia e in Europa – spiega l’ex consigliere -, ha evidenziato che in Italia, Francia e Spagna, diversamente da quanto rilevato nel nord Europa (dove prevale il porta a porta), nei pressi dei contenitori stradali dotati di sistemi di identificazione, sono molto frequenti i fenomeni di abbandono dei rifiuti non solo da parte di cittadini dotati di scarso senso civico, ma anche da parte di persone che non riescono a raggiungere i sistemi di apertura della calotta (anziani, portatori di handicap ecc.), utenti che non intendono perdere troppo tempo (la fase di identificazione risulta spesso laboriosa), utenti che non hanno ritirato o non hanno con sé la e-card, utenti non abilitati (turisti di passaggio) o male informati”.
“Oltretutto nei Comuni di medie e grandi dimensione analizzati – prosegue Tavolazzi -, il fenomeno dell’abbandono di rifiuti intorno ai contenitori non è stato ridotto con la realizzazione di ulteriori campagne informative e nemmeno con il potenziamento degli addetti al controllo o l’installazione di telecamere (ad esempio a Belluno), tanto che tali sistemi sono stati spesso abbandonati (a Bolzano ed Alessandria). Inoltre i sistemi molto complessi e delicati, quali quelli a calotta, comportano maggiore frequenza di casi di vandalismo e di danneggiamento, con lunghi periodi di inattività del sistema e costosi interventi di riparazione o sostituzione“.
Da qui il monito a Tagliani e il Pd che “se non vogliono perdere l’amministrazione della città, dovranno fare retromarcia e ripensare alla radice il sistema di gestione dei rifiuti, con l’intento unico di favorire i cittadini e non l’azienda privata monopolista. Questa è l’ultima occasione, prima delle prossime elezioni, per ridare alla classe politica ferrarese credibilità e dignità, da anni finite sotto ai tacchi degli elettori”.
Non è dello stesso avviso Luigi Vitellio, consigliere comunale e segretario provinciale del Pd, che apprende “con soddisfazione” l’adeguamento dei tempi di attivazione delle calotte in base alle esigenze emerse in questi giorni. “Scelta pragmatica, dovuta non di certo ad un cambio di progetto – ribadisce Vitellio -, che rimane quello aumentare la differenziata, ma a criticità dovute alla necessità di rendere più semplice l’utilizzo delle calotte e soprattutto ad un necessario aggiornamento del database dei contribuenti. Volture, cambi di residenza, richiedono del tempo per ottenere una mappatura reale dei contribuenti. Pagare tutti il giusto, per pagare tutti meno, questo è il nostro obiettivo“.
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