Politica
22 Ottobre 2017
Alla Sala della Musica affiorano le divisioni interne acuite dall'appoggio alla manifestazione delle destre contro lo ius soli

“Quanto siamo lontani dalla Lega?” Sull’immigrazione tutti i contrasti interni del M5S

di Redazione | 3 min

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L’immigrazione è stato il tema della serata proposta dal Movimento 5 Stelle di Ferrara che si è tenuta alla Sala della Musica di via Boccaleone. Ma è stata un po’ pepata, con la storica attivista del movimento Maria Teresa Pistocchi che ha chiesto all’eurodeputata Laura Ferrara di essere “rassicurata che il M5S non faccia politica utilizzando slogan e luoghi comuni che attingono alla pancia”. Ogni riferimento della Pistocchi non è casuale: “Ho bisogno di sapere quanto siamo lontani dalla Lega Nord, dato che lunedì il movimento sarà a fianco delle destre in una manifestazione contro lo ius soli”.

“Siamo molto molto lontani dalla Lega – esordisce Ferrara -. Lo siamo per valori, principi, coerenza e argomentazioni”. Il consigliere comunale Claudio Fochi, invece, risponde alla Pistocchi con le parole di Grillo e Di Maio che contestano il Pd perché “lo ius soli è un pastrocchio invotabile e perché si pensa solo a quello. Il resto va a libera interpretazione”.

In precedenza, Laura Ferrara, aveva dipinto un quadro generale della situazione immigrazione a livello europeo, dove “l’Italia è penalizzata perché grazie all’operazione Triton negoziata dal governo Renzi con l’Ue, siamo l’unico Paese che si fa carico degli sbarchi. Il tutto, però, manca del rispetto del principio di solidarietà del Tfue che si basa su equa ripartizione delle responsabilità degli stati membri dell’Unione.”

Ferrara, però, definisce il M5S come unico partito che ha pronto un programma di governo dell’immigrazione, che va a presentare: “Stop alla vendita di armi ai Paesi in guerra; sicurezza e vie legali di accesso all’Ue; ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo arrivati in Italia e la revisione del regolamento di Dublino; potenziamento delle commissioni territoriali e cooperazione internazionale per la crescita dell’economia sostenibile di quelle terre”. Non risparmia qualche stoccata, l’eurodeputata, quando spiega che “l’immigrazione viene strumentalizzata, ma se si parla di emergenza è per fare dei profitti perché quando si parla di caos è facile fare favori ad amici. Questo crea tensioni sociali perché il problema viene individuato nel migrante, quando quello vero è la gestione del fenomeno”.

Integrazione e inclusione nella maniera corretta sono, secondo Fochi “nell’interesse del M5S”, ma è “evidente che a Ferrara la situazione non è rosea, e che il Pd ha fallito la politica dell’integrazione anche a livello nazionale”. Per avvalorare la sua tesi il consigliere snocciola una serie di dati: “In città il 5,53% della popolazione è costituito dai migranti, nonostante Anci e governo suggeriscono il 2,5%; crescenti problemi di sicurezza e legalità, acclarati anche dal sindaco e dai sindacati di polizia; criticità economiche con Morando che ha chiesto che Ferrara venga inserita in Zes e Acip. Nonostante le cose migliorino in Emilia Romagna, a Ferrara le famiglie povere sono raddoppiate nel giro di 10 anni e Asp ha diminuito del 10% i fondi assegnati alle famiglie svantaggiate, ma ha aumentato del 2450% i fondi stanziati per i migranti”. Situazione analoga a livello nazionale dove “il def del 2017 destina 3 miliardi e mezzo ai migranti, e 600 milioni per le famiglie povere”. Per questo, Fochi, chiede all’amministrazione comunale di farsi “portavoce al fine di adottare i migranti per quote come stabilito, e di farsi sentire presso il ministero dell’interno al fine di adottare una clausola di salvaguardia da nuovi arrivi compatibilmente con il tenuto economico-sociale del territorio”.

Il suo “sì all’integrazione ma non quella mal gestita fonte di business” è supportato da Erika Baldin, di M5S Veneto: “Ciò che contestiamo è il business fatto sui grandi centri di accoglienza, le speculazioni dei partiti per ricevere voti, le cooperative, ma anche gli scafisti, certi governi e alcune Ong che fanno affari sulla pelle di esseri umani”. Il quesito retorico della Baldin è chiaro: “Il problema sono gli immigrati o chi ci specula sopra?”.

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