Cronaca
22 Ottobre 2017
Sette giorni di chiusura per il mancato rispetto delle norme sulla tenuta del registro. Scattata anche la denuncia per ricettazione

Acquistò preziosi rubati, sospesa la licenza a una gioielleria

di Redazione | 3 min

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Il questore di Ferrara ha sospeso per 7 giorni la licenzia a una gioielleria di corso Porta Reno perché, dagli accertamenti della polizia, è emerso che aveva acquistato i preziosi rubati alla vicina gioielleria Vaccari senza seguire le norme di legge sulla tenuta dei registri.

Il furto è del 16 settembre e qualche giorno dopo, il 21, dopo aver visionato con attenzione le immagini delle telecamere di sorveglianza, la Squadra Mobile ha catturato l’autore del reato: un pregiudicato ferrarese. Lui ha ammesso di aver effettuato il colpo e di aver prima distratto la titolare della gioielleria e poi di aver sottratto due anelli e un braccialetto dal valore complessivo di circa 3mila euro. Ma anche di non avere più niente con se: aveva già venduto tutto a un’altra gioielleria: “Il Karato” di corso Porta Reno, che si trova a pochi metri dalla “Vaccari”. I poliziotti si sono recati lì e hanno effettivamente recuperato la refurtiva, denunciando il titolare per ricettazione.

A questo punto è intervenuta anche la squadra amministrativa della divisione Pasi che ha appurato che il titolare della licenza di compravendita di oggetti preziosi usati, rilasciata dal questore nel 1993, aveva violato le prescrizioni imposte per la tenuta del registro delle operazioni.

Il registro è il libro che consente alle forze di polizia di controllare e verificare la correttezza delle compravendite dei privati che si rivolgono agli operatori del settore al fine di recuperare eventuali preziosi provento di reato (furto e ricettazione) e in questo caso non era stato compilato secondo la vigente normativa. Ogni titolare di licenza di commercio di preziosi, infatti, ancor prima di valutare la possibilità di acquisto di un oggetto prezioso da un privato cittadino, è obbligato a identificare la persona che si presenta per l’operazione di compravendita. In questo caso – secondo quanto emerso dai controlli della polizia – il titolare della gioielleria “Il Karato” non ha identificato il giovane che gli ha proposto la vendita di ciò che aveva poco prima rubato e ha provveduto a pagarlo. L’esame del registro ispezionato ha consentito poi di riscontrare che anche per altre operazioni di compravendita non erano state rispettate le prescrizioni imposte dal questore di Ferrara che, tra le prime cose effettuate appena dopo il suo insediamento, ha voluto notificare a tutti gli esercenti del settore tutte le regole e le norme vigenti, al fine di evitare il più possibile il triste fenomeno della ricettazione e del riciclaggio di oggetti preziosi. I poliziotti hanno notato il manco rispetto anche delle nuove norme richiedono ai titolari di licenza, oltre che di identificare compiutamente il venditore, di scattare almeno due fotografie (da diverse prospettive) dell’oggetto che si acquista, custodendole per 10 anni a disposizione delle forze di polizia; di pagare in contanti fino al massimo di 500 euro, mentre per importi superiori occorre effettuare il pagamento con metodi tracciabili (assegno bancario, bonifico) e di rilasciare la ricevuta dell’avvenuta compravendita al cliente e tenerne copia per un periodo di 10 anni a disposizione delle forze di polizia. Inoltre, i titolari devono segnalare operazioni sospette alla polizia di Stato, sia in ordine alla normativa sul riciclaggio, sia per le persone che più volte nel bimestre effettuano operazioni di vendita.

Avviato il procedimento amministrativo a carico del titolare della gioielleria e valutate le memorie difensive, il questore ha deciso di sospendere l’attività per un periodo di 7 giorni.

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