Eventi e cultura
20 Ottobre 2017
Il ministro invita gli americani a sostenere il museo ferrarese "per garantirgli uno sviluppo"

Meis, Franceschini cerca fondi a New York

di Redazione | 2 min

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“Sul Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, che stiamo per aprire a Ferrara, il Governo ha investito importanti somme e ora vogliamo raccogliere fondi, per garantirgli uno sviluppo. Tutti coloro che, qui in America, volessero supportarci – a partire dalle comunità ebraiche – sappiano che il loro contributo sarebbe fondamentale, per far vivere e conoscere il ricco e antichissimo retaggio dell’ebraismo italiano”.

Con queste parole, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini ha fatto appello, ieri, all’ampio e autorevole pubblico che affollava il teatro dell’Italian Academy for Advanced Studies in America, presso la Columbia University, in occasione del confronto sul tema “World Cultural Conservation. Italy at the Forefront: Innovation versus Constraints”.

Conversando con il padrone di casa, lo storico dell’arte David Freedberg, che dirige la prestigiosa istituzione accademica di New York, Franceschini ha passato in rassegna i pilastri dell’attuale politica culturale italiana: dai caschi blu della cultura, ovvero la task force Unite4Heritage, promossa dall’Unesco per salvare il patrimonio a rischio nelle zone di guerra, alla riqualificazione culturale delle periferie, dall’Art bonus alla cultura come strumento di dialogo, fino al Meis, presentato come caso di studio.

A illustrare il museo che sta sorgendo a Ferrara è intervenuto il suo presidente, Dario Disegni, che ne ha spiegato le ragioni, legate all’unicità dell’esperienza ebraica nella nostra penisola: una presenza antica, integrata e che ancora oggi, dopo duemiladuecento anni, è parte del tessuto sociale del Paese. E a chi gli domandava “perché proprio a Ferrara?”, ha risposto che la città “è pregna di cultura ebraica da oltre un millennio e occupa un posto centrale nella storia dell’ebraismo”.

Disegni si è poi soffermato sul progetto architettonico del Meis, sottolineando il “risultato impeccabile dell’impressionante intervento di recupero dell’ex carcere”, e sui contenuti con i quali il Museo, il prossimo 13 dicembre, aprirà le porte al grande pubblico: un percorso che con la mostra “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” racconterà le origini della storia ebraica italiana.

A rappresentare il Meis all’Italian Academy, anche il direttore Simonetta Della Seta. Oltre all’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Armando Varricchio, al console generale a New York, Francesco Gianuardi, e al direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Ny, Giorgio Van Straten, l’interesse per il Meis ha richiamato alla Columbia direttori e curatori di musei e centri culturali americani e italiani, a partire dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi e dal Museo Ebraico di Roma, e numerose personalità del mondo ebraico, tra cui il presidente del Congresso Ebraico Mondiale, Ronald S. Lauder.

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