Poggio Renatico
18 Ottobre 2017
Trovato nelle campagne di Poggio grazie a una strenua ricerca dell'Associazione Aerei Perduti Polesine

Ritrovato caccia tedesco precipitato nel 1944

di Redazione | 3 min

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Poggio Renatico. E’ la mattina della domenica di Pasqua. E’ il 9 aprile 1944. Nonostante il giorno festivo, i caccia tedeschi del 3./JG 4 di stanza all’aeroporto militare di Ferrara si alzano per un volo di addestramento. Un giovane pilota viennese, Kurt Apostoluk, decolla con il suo Bf109 G-6 (Werk Nummer 18756) “Yellow 5”. I caccia volano “in the middle air”, ad una quota intermedia passando anche sui tetti del paese ferrarese di Poggio Renatico.

Gli abitanti, col naso all’insù, osservano le evoluzioni disegnate nel cielo. Improvvisamente il Messerschmitt di Apostoluk si scontra con un altro Bf109. Il suo aereo viene tranciato di netto all’altezza dei piani di coda e, avvolgendosi in ampie spirali, precipita senza controllo. Non c’è il tempo per lanciarsi. Pochi istanti dopo, lo schianto in un campo in prossimità delle ultime case di Poggio Renatico.

L’altro caccia, avendo riportando danni minori, riesce ad atterrare su una strada che costeggia il fiume Reno. Il pilota, ferito ad una gamba, scende dall’aereo e si dirige verso quello del compagno. Inutilmente. Kurt Apostoluk è morto nell’impatto. 

Pare incredibile che un evento così drammatico, avvenuto proprio il giorno di Pasqua, sia potuto scomparire dalla memoria di un paese. Eppure, a Poggio Renatico, oggi sono pochissime le persone che ne hanno mantenuto un vago ricordo.

Dove è precipitato l’aereo di Apostoluk? Quali tracce vengono ancora custodite da quel libro muto che è la terra? A dissipare parte del mistero è un documento di un “Incidente Aviatorio” inviato alla Prefettura di Ferrara dal locale comando dei Carabinieri nel quale si legge testualmente: 13 aprile 1944. Alle ore 8.30 del 9 corrente mese, in Poggio Renatico, mentre si svolgevano voli di esercitazione dell’aviazione germanica, 2 apparecchi da caccia venuti a collisione precipitavano uno in località Casino al margine del paese, frantumandosi, il cui pilota decedeva e l’altro nella tenuta Sanguettola “Fondo San Giovanni” distante dal paese circa 3 km. Il pilota riportava ferite ad una gamba. Non è stato richiesto l’intervento della G.N.R. del luogo perché si conoscono i nominativi dei piloti ed altri particolari dell’avvenimento”.

Nonostante la tenuta ‘Casino’ esista tuttora e anche la ‘Sanguettola’, entrambi i proprietari dei campi sono giunti nel dopoguerra e non hanno mai sentito parlare di aerei precipitati nei loro terreni. Ma finalmente, dopo una lunga ricerca effettuata dall’Associazione Aerei Perduti Polesine, attraverso il supporto territoriale del Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po di Felonica, e la disponibilità dell’attuale proprietario della tenuta ‘Casino’ Bruno Cesari, ecco emergere il ricordo di un abitante di Poggio Renatico, Lino Albertini, classe 1931.

Egli ricorda tutto, l’albero divelto, la carcassa fumante, l’impossibilità di avvicinarsi per l’immediato sopraggiungere dei tedeschi, ma anche il caccia precipitare senza più i piani di coda. E ricorda anche dove l’aereo ha terminato la sua terribile discesa, contro un filare di meli molto antichi. Un miracolo che non abbia centrato le ultime case, alla periferia di Poggio Renatico, dove anch’egli abitava.

Dalle ricerche effettuate sul campo dai ricercatori di Aerei Perduti Polesine e del Museo di Felonica, oltre ai pezzi avio che confermano il crash, emerge dalla terra qualcosa di prezioso ed unico: il fregio Luftwaffe di Apostoluk, un’aquila che stringe tra gli artigli la Croce Uncinata. Nonostante le ali mozzate, tale fregio è tutto quel che rimane di un aviatore e della sua storia.

Il testimone, Lino Alberti, ricorda anche come nel dopoguerra i genitori di Apostoluk si recarono sul luogo dell’impatto e, seduti sul muretto del ponte che porta alla tenuta ‘Casino’, rimasero a lungo in silenzio, chiusi in un dolore che non ha tempo. Né rimedio.

Il fregio del giovane pilota viennese verrà esposto in una apposita bacheca presso il Museo di Felonica unitamente ai frammenti del Bf109 rimasti nel terreno.

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