Attualità
17 Ottobre 2017
Per la prima volta a Ferrara il Convegno nazionale dei Centri Interculturali. Grande eterogeneità nella distribuzione degli studenti non italiani in città

Integrazione e multiculturalità tra i banchi di scuola

di Redazione | 3 min

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Si terrà a Ferrara il ventesimo Convegno Nazionale dei Centri Interculturali, l’appuntamento con le sfide e le azioni possibili riguardo all’integrazione nelle scuole. Per il 20 e il 21 ottobre sono programmate 5 sessioni parallele e 3 laboratori (venerdì 20, Dipartimento di Economia e Management), a cui si aggiunge una sessione plenaria prevista per sabato 21 al Teatro Comunale. Modalità didattiche, innovazioni pedagogiche ma anche resilienze e linguaggi meticci saranno i temi affrontati dai tecnici dell’educazione: sono già oltre trecento iscrizioni e tre le sessioni a capienza esaurita.

“È un momento per fare il punto della situazione sulle pratiche condivise e su quanto delle filosofie interculturali del Ministero è diventato consuetudine”, spiega Laura Lepore, referente Ufficio Integrazione Stranieri. Il Convegno dei centri interculturali a Ferrara ha però una particolarità: è organizzato in una città che non dispone di un Centro Interculturale. “Un riconoscimento per Ferrara, che nonostante non abbia un Centro ha saputo mettere in campo politiche molto importanti”, spiega Tullio Morini, responsabile UO Integrazione scolastica.

La mediazione in città. Da anni la città ha infatti avviato la costruzione “di una rete sociale per le famiglie, un lavoro di prevenzione delle situazioni a rischio davvero fondamentale”, spiega l’assessore alla Pubblica istruzione Cristina Corazzari. Dal 2003 è attivo l’Ufficio Alunni Stranieri, che organizza percorsi e attività per lo sviluppo delle competenze degli alunni di origine straniera. Nell’aprile di quest’anno, inoltre, tutti i dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi hanno sottoscritto il Protocollo dell’accoglienza degli studenti, un impegno ulteriore per l’inserimento dei non italofoni nei percorsi educativi.

La necessità di fornire mezzi per la mediazione linguistica e culturale si è accentuata dopo gli anni 2000, con il crescere dell’affluenza in città di comunità straniere. Sono oltre 50 le nazionalità rappresentate nel ferrarese, dalle comunità storiche magrebine e dell’Est Europa all’antica migrazione albanese fino alle neoarrivate comunità cinesi, pakistane e filippine e al recente ingresso di comunità dell’Africa Subsahariana. Il flusso migratorio, dopo il picco durato fino al 2012, conosce ora percentuali stabili. Ma è chiaro che “le famiglie straniere costituiscono una realtà strutturale, e la scuola multiculturale non è un fenomeno passeggero”, spiega l’assessore, “e non dobbiamo confonderlo con l’immigrazione tout court”.

Gli alunni stranieri in numeri. I dati testimoniano una grande eterogeneità nella distribuzione degli studenti non italiani in città: le classi che rischiano un sovra proporzionamento di studenti stranieri – il cui tetto è fissato al 30% – sono quelle negli istituti Govoni, Cosmè Tura e De Pisis. La percentuale di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli iscritti è, rispettivamente, del 29,86%, del 23,82% e del 21,28. All’Istituto Alighieri questa percentuale è del 5%. La grande disparità distributiva deve però leggersi tenendo in debito conto anche la posizione degli istituti: ad esempio, il Govoni di via Fortezza si trova al centro del “vecchio Gad”, zona in cui è alta la percentuale di residenti stranieri. Così come l’istituto De Pisis di via Bologna è probabilmente la scelta più comoda per gli stranieri che storicamente risiedono nel quartiere.

Un altro dato importante è la crescita delle percentuali di alunni non italiani nelle scuole d’infanzia comunali. Nel 2004 erano il 5,5%, nell’anno 2016/17 sono stati il 34%. In realtà lo storico conosce un andamento altalenante e la bassa natalità – soprattutto tra coppie italiane – nel ferrarese ha un impatto determinante. “Ci sono molti nuovi cittadini nati in Italia, ma stranieri”, chiosa Corazzari.

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