Politica
17 Ottobre 2017
Per il consigliere comunale sarebbero anche antigieniche e comporterebbero rischi per la salute

Rendine (Gol): “Calotte pericolose, manca il marchio CE”

di Redazione | 2 min

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Alle calotte di Hera mancherebbe il marchio CE sulla compatibilità elettromagnetica e, anche sul piano sanitario, potrebbero risultare pericolose. Lo sostiene il consigliere comunale Francesco Rendine (Gol) in una sua ennesima interpellanza sui nuovi cassonetti con apertura della calotta con la carta smeraldo.

Rendine fa presente al sindaco che “sul lettore della tessera smeraldo, posto sulla calotta, non è presente il marchio CE che dovrebbe garantire quantomeno la compatibilità elettromagnetica, l’assenza della marcatura potrebbe comportare delle non conformità alla legge”. Inoltre il meccanismo di apertura e chiusura della calotta presenta “pericoli di schiacciamento mano” evidenziati solo da un “micro cartellino adesivo”, che secondo il consigliere “non è sufficiente ad informare in modo decoroso il cittadino sulla pericolosità della stessa (sulle macchine la segnaletica “Pericolo di schiacciamento mani” deve essere ben visibile oltre che rigida e fissata in modo stabile)”.

“E’ anche manifesto – aggiunge Rendine – come i cassonetti a calotta che Hera sta imponendo alla città potrebbero essere pericolosi perché hanno la poco igienica apertura che richiede l’uso delle mani invece che del piede, anche in questo caso i cittadini andrebbero adeguatamente informati sul rischio di potenziali infezioni”. Dubbi di liceità vengono poi sollevati dal consigliere di opposizione sul fatto “che Hera stia obbligando i cittadini ad accedere alle calotte dei rifiuti indifferenziati solamente con la tessera Smeraldo senza informare a dovere i cittadini stessi sui rischi che l’utilizzo della stessa potrebbe comportare”.

Di conseguenza la richiesta al sindaco è di “intervenire urgentemente con i vertici di Hera al fine di sospendere l’accesso alle calotte così come costruite con la carta smeraldo fino a quando l’azienda non avrà adottato tutti gli accorgimenti indispensabili”, nonché di “stimolare il presidente del consiglio comunale perché convochi un consiglio comunale al fine di appurare la cassazione del sistema “in fieri””.

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