Lettere al Direttore
16 Ottobre 2017

Il vescovo racconta il sogno della città ospitale

di Redazione | 3 min

Gent.le Direttore,

chiedo ospitalità per questa mia, in riferimento alla lettera da voi pubblicata il 10 ottobre scorso a nome di L.M. (Lucio Maccapani, ndr).

“Ospitalità” è una parola recentemente pronunciata dal nostro Arcivescovo Gian Carlo e mi pare non abbia smosso tanti commenti tranne qualche logora parola (in questo sito) di un cristiano che si qualifica “modesto credente e grande peccatore”.

Il vescovo Gian Carlo, a conclusione della settimana mariana, parlava di “Città ospitale” in riferimento al fenomeno migratorio, “tema dibattuto e in linea con il magistero di papa Francesco”…. quel papa “eletto in modo illegittimo secondo documentate fonti giornalistiche (lettera di L.M.).

Quando un cristiano come me legge da un altro cristiano queste parole come dovrebbe interpretarle?

Quando quel medesimo cristiano “umilmente e con il cuore in mano” continua con petulanza ricordando al Vescovo che “la Chiesa non deve intromettersi nelle faccende interne della società e della politica” (riguardo lo ius soli) e lo richiama a rileggere e poi lo invita “caldamente a meditare sulle parole profetiche” di un suo confratello già nella casa del Padre; come posso intenderle?

“Un popolo incomincia a corrompersi quando altera la grammatica e il linguaggio”.

Ormai spesso, voi giornalisti acconsentite la pubblicazione di vostre o altrui parole che risuonano cacofonici luoghi comuni.

Contrabbandate verità a stoltezze, insinuando dubbi, paure.

C’è un raggrinzirsi della parola, che perlopiù diventa volgare, vacua, strumentale, priva di veri contenuti.

E ogni qualvolta qualcuno ben più autorevole, in questo caso il Vescovo, quelle parole le usa con “chiarezza, mitezza, fiducia e prudenza”; nell’intento di spiegare, proporre, dialogare, sembra un intromettersi in cose non opportune. Per un vescovo, quando c’è di mezzo l’uomo, niente è inopportuno.

Alla chiusura della settimana mariana, il vescovo Gian Carlo poteva predicare sul miracolo delle nozze di Cana visto che il vangelo, di quello parlava. Oppure, come qualche prete ha sussurrato, poteva predicare sulla Madonna, tanto amata dai ferraresi, magari della di lei verginità e assunzione. Ma anche di questo, qualche buon cristiano avrebbe avuto da ridire.

Invece con grande coraggio e parresia, come solo i profeti sanno fare, ha raccontato di un sogno: la città ospitale!

Questa mia, non vuole rispondere al fratello Lucio e alle sue impertinenti considerazioni.

Desidero piuttosto affermare che la “deriva della Chiesa” non viene da coloro che si fanno carico del prossimo, sia esso povero, straniero, affamato o “derelitto del mondo”; tutte situazioni peraltro scritte nel vangelo di Matteo 25 a cui ogni cristiano dovrà render conto quel giorno.

La “deriva della Chiesa” avviene ad opera di coloro che all’interno della chiesa scavano, come una carie di dente, usando parole opache, torbide, che ledono la sua unità.

Chi grida in piazza al suo Vescovo: “Vergogna” (e magari ha appena fatto la comunione in cattedrale), rompe l’unità nella Chiesa.

Chi sulla stampa o attraverso internet, insulta il papa e il vescovo, rompe l’unità della Chiesa; chi al venerdì pomeriggio nel suo gruppo di preghiera recita il rosario e poi sul lavoro parla di papa Francesco come anticristo ferisce l’unità della Chiesa.

“E chi rompe l’unità della Chiesa non possiede la carità, perché proprietà essenziale della carità è procurare e rafforzare l’unità”; parola di sant’Agostino.

Patrizia Trombetta

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com