“Il tema posto dai sindacati merita attenzione e impone una seria riflessione che non può prescindere dall’esito referendario del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Le province che dovevano essere spazzate via sono rimaste in piedi, ma senza soldi e con un legislatore che continua ad ignorare questa situazione”.
Il sindaco di Comacchio Marco Fabbri parte dall’abolizione (almeno negli intenti) delle Province per analizzare la proposta di Cgil, Cisl e Uil di accorpare i 22 Comuni del Ferrarese per arrivare a 4 singoli maxi Comuni. Una idea che tiene conto di altre problematiche istituzionali, come le fusioni e le unioni.
“Auspicando un intervento legislativo a livello centrale – prosegue Fabbri – è altrettanto vero che gli attuali modelli di governance dei comuni hanno mostrato a livello nazionale negli ultimi anni forti criticità, tra queste le più evidenti mi sembrano le sporadiche (e spesso improvvisate) fusioni di Comuni e le Unioni dei Comuni”.
“Le prime spesso e volentieri non tengono conto della visione complessiva che sollecita il sindacato – continua l’analisi il sindaco comacchiese -; sono risultate spesso fusioni “a freddo” di micro-comuni trasformati in “piccoli comuni”. Le fusioni sono risultate più politiche che non utili, che hanno creato vantaggi, economie di scala e razionalizzazioni discutibili”.
Le Unioni, invece, “a distanza di un decennio hanno prodotto per lo più scarsi risultati – commenta Fabbri -. Le decisioni prese dall’Unione comportano tempi decisionali troppo lunghi, c’è una fase di attesa inspiegabile dettata dalla difficile convivenza dei sindaci, le attività rimangono bloccate e qualche socio coltiva il proprio orticello senza curarsi delle difficoltà degli altri”.
“Non sono in grado di dire se 4 Comuni dei 22 siano pochi, forse sì – chiosa il primo cittadino -. Di certo proporre fusioni legate a rigidi confini amministrativi e non alle reali necessità dei cittadini potrebbe risultare una visione miope e questo deve essere un ulteriore elemento di confronto e discussione”.
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