Cento
11 Ottobre 2017
Su un uomo di Cento pendevano 17 capi d'imputazione, secondo il giudice per ognuno di essi "il fatto non sussiste"

Assolto dalle accuse di aver maltrattato dei cani, truffa e frode

di Daniele Oppo | 2 min

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Cento. Su di lui pendevano 17 capi d’imputazione, tutti per truffa, frode in commercio e maltrattamento di animali per aver – in sostanza – venduto dei cani in condizioni di salute precarie o non vaccinati o privi del chip. Ma il giudice Luca Marini lo ha mandato assolto “perché il fatto non sussiste” al termine del rito abbreviato.

Per Claudio Colletti finisce così la piccola – ma non irrilevante – odissea giudiziaria in cui era finito a seguito di sei querele presentate da altrettanti acquirenti degli animali, acquistati dopo aver letto un annuncio su internet. Colletti in passato, nel 2011, subì una pesante condanna per accuse simili ma, più recentemente, è stato assolto (tranne che per la frode in commercio) per le stesse imputazioni che lo vedevano di nuovo alla sbarra.

«Siamo molto contenti – afferma il suo difensore, l’avvocato Cristian Malaguti -. Colletti è stato sottoposto a un procedimento penale non tanto sulla base di fatti approfonditi in sede d’indagine, quanto per via del suo passato. L’indagine si è dimostrata carente, basandosi esclusivamente sulle querele proposte dalle parti e con scarsissima documentazione medica a supporto».

In particolare la documentazione veterinaria sui ‘malanni’ patiti dai cani era riferibile a momenti piuttosto lontani rispetto alla vendita – sei mesi circa, anche un anno – mentre la difesa ha dimostrato che tutti gli animali erano stati correttamente vaccinati e che a tutti era stato impiantato il chip.

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