Attualità
5 Ottobre 2017
Sapigni: "Succubi dello stigma del nostro sistema". Convegno sul dramma socio-economico “che può capitare a tutti”

Perdere il lavoro dopo i 40 anni, come superare la “vergogna” dei disoccupati maturi

di Redazione | 2 min

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Il 70% dei disoccupati è in età matura. “Senza nulla togliere alla disoccupazione giovanile, indubbiamente da risolvere, chi si occupa di chi la famiglia ce l’ha sulle spalle?”. Una domanda che muove l’orgoglio di Paolo Gallerani, referente di Ferrara per l’associazione Lavoro Over 40, e di tanti che come lui si sono trovati protagonisti del dramma socio economico che sta attraversando il nostro Paese.

Il convegno di sabato 7 ottobre, dalle 8.30 alle 13 presso la Sala dell’Arengo della residenza municipale, si propone di dare voce ad un problema che, secondo Gallerani, “aumenta con la mancanza di comunicazione. La nostra associazione – spiega – non si vuole sostituire ai centri dell’impiego o ai sindacati, ma propone un sostegno psicologico. Si propone di far uscire di casa le persone che, come me per esempio, andrebbero al bar alla stessa ora dopo il solito orario di lavoro per evitare che le persone chiedano ‘come mai non ci sei più’”.

Per stimolare il modo politico, insomma, sembrerebbe necessario ritrovare la voce e la reazione delle persone che finiscono succubi dello “stigma del nostro sistema – come lo definisce l’assessore al welfare Chiara Sapigni – perché nonostante la legge 14 del 2016 abbia messo in campo misure specifiche proprio per i disoccupati in età matura, quello che manca è poterne parlare senza vergogna”.

“Ciò che caratterizza il tratto psico-sociale dell’over 40 è l’atteggiamento rinunciatario”, spiega la psicologa Anna Ruggeri, presidente della società ferrarese di psicologia, che sette anni fa aveva riunito i disoccupati ferraresi in un percorso di sostegno psicologico, al termine del quale il 40% “aveva riacquistato un atteggiamento attivo nella ricerca e nella proposta personale”.

“E’ chiaro che la bacchetta magica non ce l’abbiamo – riprende Sapigni – ma per il raggiungimento di soluzioni bisogna innanzitutto aumentare l’empatia, il riconoscimento di chi pensa ‘speriamo non capiti a me’, nei confronti delle persone che, se non avessero perso il lavoro, non avrebbero bisogno di case popolari o di sostegno, estendendo il processo di frustrazione anche alle relative famiglie”.

Per informazioni sul convegno – ad ingresso libero – o sulle adesioni all’associazione, www.lavoro-over40.it, info@lavoro-over40.it o contattare il 340 3793580 (reperibile al pomeriggio).

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