Politica
29 Settembre 2017
È ciò che ha spiegato al Festival di Internazionale l’economista ed ex ministro delle finanze greco che ha fondato il movimento Diem25

Varoufakis: “Riunire i popoli sotto la casa di un nuovo centrosinistra europeo”

di Redazione | 3 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

Un nuovo movimento politico, di sinistra, transnazionale, che porti la democrazia in un’Europa che non funziona più e che si deve alleare con “you guys, that’s the short answer”, dove il you, col dito puntato verso la platea del teatro Comunale nel pomeriggio di venerdì – che è pieno anche in tutti i palchi di tutti gli ordini –, sono gli elettori e non gli altri partiti.

È questo che ha in mente l’economista ed ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, che se a ottobre ha fondato il suo Diem25, il soggetto che serve a realizzare le premesse citate all’inizio, ora lo porta a far conoscere con una serie di discorsi in giro per l’Italia: ieri durante un evento organizzato da Internazionale, ieri a Milano e Torino, a breve anche a Napoli.

“Naturalmente non è andata così”, dice rimembrando la crisi greca quando Michael Braun del Tageszeitung, Eric Joszef di Liberation e Stephanie Kirchgaessner del Guardian lo iniziano a interrogare ricordando come nel 2015 lui e Tsipras alla vigilia del referendum venissero dipinti come quelli che volevano portare il Paese fuori dall’Europa o almeno dall’eurozona. “Il problema dell’Europa è questo: puoi averne quanta ne vuoi fintantoché ci sia una fonte centralizzata a prendere le decisioni in termini di policy. A noi chiesero di accettare nuovi prestiti pretendendo che le banche non fossero fallite, facendo sì che con le nuove ristrettezze imposte dalla crisi non potessimo pagare quelli vecchi e dovessimo accettarne altri ancora. Questa per me è follia”, sfodera la spada alla prima domanda.

Poi se la prende anche con la sinistra: “Quello che voi (giornalisti, ndr) chiamate cosa del passato in realtà è il centrosinistra. In Europa è sparito, la sinistra di adesso è liberista: in Francia, in Germania con l’Spd che è scomparso e anche qui con il Pd, che non è di sinistra”. Partono gli applausi e affonda ancora: “Abbiamo avuto un centrosinistra che ha fatto affari nefasti con le banche e non abbiamo avuto la spina dorsale per fermarlo finché non ci siamo rimpiccioliti fino all’irrilevanza”.

Con Varoufakis c’è anche Lorenzo Marsili, pubblicista, autore, attivista politico e fondatore tra gli altri di Diem25. Gli dà manforte a pieni polmoni: “Penso sia molto pericoloso far passare il messaggio che la politica non faccia nulla per controllare l’economia, anche perché non c’è nulla di scandalosamente irreale nel fatto che il neoliberismo comporti la scomparsa dello Stato. La prima cosa che ha fatto il neoliberismo è stata organizzare un colpo di Stato in Cile contro il governo di Allende e mandare i Chicago Boys a ristrutturarne l’economia con quello che ne è seguito”, spiega prima in prima battuta. E ancora: “Non c’è nulla di più falso del fatto che il neoliberismo si materializzi magicamente: c’è questa storia che usiamo di un’invenzione, strabiliante e portata in tutta Europa, di fine ‘700 di un robot capace di giocare a scacchi. Solo che era un falso, dentro c’era un piccolo uomo che giocava tramite un sistema di specchi e corde gli faceva vedere la scacchiera e manovrarne i pezzi. La storiella che ci raccontano oggi che l’economia scompare e la politica non può fare nulla per controllarla è molto simile a quella del robot”.

Dell’idea di riunire i popoli sotto la casa di un nuovo centrosinistra europeo ne parla in maniera entusiasta: “È vero che sembra una cosa impossibile, utopica e quant’altro. Invece è possibile”. E che per i fondatori questo movimento sia una cosa diversa dagli altri di sinistra che prima di ogni elezione europea hanno tentato di offrire un’alternativa diversa alla sinistra tradizionale, spesso fallendo, lo rivela la risposta a una domanda sull’unità della sinistra e le eventuali alleanze: “Non me ne fate parlare”, espira, “altrimenti mi cadono le braccia”.

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