Comacchio
26 Settembre 2017
Allagata la ‘Cenerentola dei Sette Lidi’. Soncini: "Versa in uno stato di abbandono quasi totale"

Lido Volano e quel degrado diventato normalità

di Redazione | 2 min

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di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Basta ormai una normale pioggia di primo autunno a far piombare lo spettro del degrado e dell’abbandono al Lido di Volano, vera perla del litorale ferrarese messa a dura prova non solo da una naturale fragilità idrogeologica ma spesso anche da un certo disinteresse che nel tempo gli enti preposti hanno riservato alla tutela e valorizzazione della – a ragione soprannominata – ‘Cenerentola dei Sette Lidi’.

A immortalare quelli che sono i semplici effetti di una mattinata di pioggia è il consigliere provinciale Gino Soncini, non più di tanto stupito dalla condizioni di strade, aree verdi e spiazzi di sosta, che paiono reduci da una bomba d’acqua.

“Il lido di Volano, unico per le sue bellezze naturali tra i sette comacchiesi, versa in uno stato di abbandono quasi totale. È evidente il suo essere una località priva di qualsivoglia servizio, tra strade pesantemente dissestate e arredo urbano quasi completamente assente, degradato e deteriorato”. Un ritratto indegno ma realistico quello di Soncini, che ricorda come “ormai il lido sia diventato un campeggio abusivo di camper dimenticato da tutti”.

Non pervenuta la zona camping “di cui sentiamo parlare da anni, ma ancora non vede la luce in questo posto dimenticato da tutti. Dove sono le pubbliche amministrazioni? Perché ostinarsi nel voler lasciar morire un luogo meraviglioso come questo?” chiede ancora Soncini, riconoscendo l’unico sforzo ai piccoli imprenditori che da una stagione all’altra “cercano di tenerlo in vita tra infinite difficoltà”.

Solo alcuni giorni fa, il consigliere non tratteneva l’indignazione per un altro annoso problema che interessa quel tratto litoraneo in particolare, ossia la puntuale scomparsa della spiaggia, erosa a cadenza annuale.

“Migliaia di euro spesi dalla regione ad inizio stagione sono spariti in acqua. Forse, di fronte ad oltre un metro di dislivello, sarebbe il caso di pensare ad interventi più importanti e non ai soliti palliativi. La Regione dovrebbe cambiare modo di operare, pensare a barriere sommerse che possano bloccare il moto ondoso con il duplice obbiettivo di creare una difesa all’erosione e una zona di ripopolamento per molti organismi marini, una tecnica sperimentata peraltro con ottimi risultati in altre località marittime emiliano-romagnole”.

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