Vigarano
26 Settembre 2017
L'ex responsabile organizzativo Marangoni disotterra l'ascia di guerra: "Quella firma non è mia, mi hanno buttato fuori perché facevo ombra a qualcuno"

Una “firma falsa” per la sede della Lega

di Redazione | 3 min

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La Lega Nord lo aveva accusato di “aver utilizzato illegittimamente, senza esserne autorizzato, il nome del movimento al fine di sottoscrivere il contratto di locazione” per un immobile usato come sede di partito a Vigarano. Ma l’affittuario non ha mai firmato il recesso, lamentando anzi il fatto che sulla disdetta compaia una firma falsificata.

È una pagina della storia di Francesco Marangoni, ex responsabile organizzativo della Lega, sospeso dal Carroccio per aver, oltre ai problemi già citati in merito alla sede, “compiuto senza autorizzazione alcuna, attività al di fuori della propria sezione di appartenenza” e, ancor più grave, aver “postato un post su “fb” con dichiarazioni contrarie ai principi del movimento ed offensivi per esso”.

A otto mesi da quel richiamo, che ha portato Marangoni a rassegnare le sue dimissioni perché “non ho più nulla da condividere con gli attuali responsabili della Lega Nord di Ferrara”, l’ascia di guerra viene dissotterrata.

“Per trasparenza – scrive l’ex leghista su Facebook – questa è la disdetta della sede di Vigarano cui la Lega Nord Ferrara mi incolpa di aver usato il nome del partito senza il nullaosta dai vertici. Ecco qualcuno fa la disdetta della sede, a mio nome e con la mia firma, ma come vedete dai miei documenti la firma è totalmente diversa – denuncia Marangoni, portando come ‘prova’ la firma sulla carta d’identità -. Quindi sempre di più convinto che facevo ombra a qualcuno. Cosa dovrei dire io?”.

La “firma falsa” è solo l’apice di una serie di dissidi interni al partito riguardo alla sede vigaranese, che “era stata aperta già nel 2015 – ricorda Marangoni – quando io ero il segretario di sezione. Il commissario della Provincia verbalmente non mi negava l’apertura, l’importante era non chiedere soldi al partito, e naturalmente ho sempre pagato io”.

Con questa “autorizzazione verbale”, nella sede “si sono fatte tutte le riunioni per le elezioni  comunali, riunioni dei Giovani Padani, incontri con Lodi ed esponenti Camelot, punto di raccolta per il terremoto di Amatrice e ci sono stati molti big del partito (Matteo Salvini) e via dicendo. Allora andava bene anche al commissario cui doveva fare rispettare le regole?” si domanda Marangoni, ricordando ancora che “nei primi mesi del 2016 la sede è stata commissariata per scadenza del mandato da segretario e vicino alle elezioni comunali è rimasta cosi fino ad agosto 2016 circa”. 

Il recesso “non firmato” è appunto datato 22 luglio 2016, ma “io ne sono venuto a conoscenza poco tempo fa” riferisce Maragoni che si è rivolto al suo legale “per vedere il da farsi, attivandosi per la causa civile”. Alla denuncia social dell’ex responsabile organizzativo giungono diversi messaggi di vicinanza da parte dei simpatizzanti leghisti ai quali non piace il nuovo corso della Lega.

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