Terre del Reno
24 Settembre 2017
La Fiom non firma: «Manca la volontarietà nella mobilità e per lo stabilimento di Dosso gli incentivi sono minori»

Verso l’accordo separato per la Lamborghini

di Redazione | 2 min

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Dosso. «A meno di stravolgimenti dell’ultima ora, si andrà verso due accordi separati». È questo, spiega Samuele Lodi (Fiom), ciò che avverrà lunedì al ministero del Lavoro, quando si dovrà metter un punto fermo sui 17 esuberi alla Lamborghini Calor di Dosso (e ai 16 di Grugliasco che fa parte dello stesso gruppo).

Lunedì, termine ultimo della procedura di mobilità (formalmente la scadenza è sabato 23, ma essendo un giorno festivo, salta fino al lunedì successivo), ci sarà dunque un accordo separato, come separati sono i sindacati: Fiom-Cgil da un lato, Fim-Cisl dall’altro, una ha deciso di non firmare, l’altra sì.

«Non critico la Fim – spiega Lodi -, ma difendo le nostre ragioni e critico l’azienda. Il punto è che mobilità proposta non c’è la volontarietà, quindi sono veri e propri licenziamenti in mano all’azienda ed è la prima volta in dieci anni che vediamo una cosa del genere nelle trattative con i grandi gruppi».

Altro elemento che porta la Fiom a non firmare l’accordo è il fatto che «gli incentivi per l’esodo per i lavoratori dello stabilimento di San Bonifacio sono superiori a quelli riconosciuti ai lavoratori di Dosso: 31mila euro contro 28mila, che peraltro comprendono 3.500 euro di recupero della contrattazione aziendale cancellata nel 2015, sulla quale, peraltro, a San Bonifacio avevano già trovato un accordo nello stesso anno».

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