Attualità
24 Settembre 2017
I due volti apparsi come magia nell'abside potrebbero risalire al Cinquecento

Tesori nascosti nella chiesa di San Nicolò

di Elisa Fornasini | 3 min

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Una mano di intonaco ha coperto gli affreschi per oltre cinque secoli. Ma ora i tesori nascosti della chiesa di San Nicolò sono pronti a tornare alla luce, o almeno a svelare la loro presenza.

Durante gli esami sulle pareti della chiesa, oggetto di un futuro cantiere per il recupero post sisma, sono spuntati degli incredibili affreschi. Una scoperta che ha lasciato stupefatti gli stessi tecnici e addetti ai lavori, ignari che sotto quell’intonaco potessero celarsi delle raffigurazioni così preziose.

I due volti apparsi come magia nell’abside potrebbero risalire al Cinquecento e sembrano ben conservati perché situati nell’area della chiesa meno compromessa. Non si può dire lo stesso per le immagini mostrate nella parte della navata e del transetto che hanno risentito nei secoli dei diversi cambi di destinazione d’uso dell’ex chiesa. Queste tracce risalirebbero addirittura al Quattrocento data la similitudine con le rappresentazioni a Casa Romei.

Ritrovamenti accolti con inevitabile entusiasmo dall’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi: “Dai saggi fatti all’abside rossettiana della chiesa di San Niccolò emergono dei meravigliosi affreschi. La nostra città nasconde incredibili sorprese. Non li abbiamo scoperti tutti ma sappiamo che ci sono sotto l’intonaco”.

Per il recupero, però, mancano i finanziamenti. I fondi regionali per il post sisma, che ammontano a circa 700mila euro lordi, coprono ‘solo’ i lavori di consolidamento dell’abside, del tetto, delle murature e dei solai.

“Siamo alla fase di progettazione, per questo avevamo dato l’incarico ai tecnici di fare una ventina di saggi e quando sono intervenuti col bisturi hanno notato che sotto c’era molto di più – spiega Modonesi, affiancato dalla dirigente del Servizio Beni Monumentali Natascia Frasson -. Ora che abbiamo scoperto queste emergenze dovremo cercare dei fondi diversi per fare un investimento importante su questi affreschi  che meritano di essere resi fruibili”.

Mentre partono le ricerche di nuovi ‘mecenati’, continua il percorso burocratico per il cantiere. L’amministrazione conta di portare il progetto in Regione entro fine anno, in modo da partire l’anno prossimo con la gara e aggiudicare i lavori entro la fine del 2018.

E intanto parte anche il  toto-attribuzione. “Stando alle fonti di inizio Settecento le due teste dovrebbe essere di Giovan Battista Della Torre, allievo di Bononi. C’è tutta una succosa storia al riguardo. Son talmente belle però che fanno pensare al maestro e non all’allievo” azzarda Giovanni Sassu, conservatore e storico dell’arte dei Musei Civici di Arte Antica.

Gli fa eco Keoma Ambrogio della Soprintendenza: “L’apparente completezza del catino absidale (anche io come Giovanni Sassu ho subito pensato a Bononi per la qualità eccelsa del tratto), dei preziosi lacerti della fase dei primi del XVI secolo della navata accompagnati dalle splendide capriate dipinte (una vera rarità in edifici religiosi ferraresi) ci costringe a una profonda riflessione sul futuro di questo luogo così prezioso. Mi auguro che i fondi del consolidamento post sisma diano giusto il là a un attento processo conoscitivo, a un adeguato restauro e a una dignitosa modalità di fruizione e di valorizzazione”.

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