Codigoro
22 Settembre 2017
L'uscita di Finotti sbilancia l'assise consiliare. Le reazioni all'indomani della rottura

Dopo lo strappo Psi-Pd Barbè è il nuovo vicesindaco

di Redazione | 4 min

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Codigoro. Giunge ufficialmente, dopo le aspre dichiarazioni e l’annuncio del Psi di abbandonare la maggioranza anche a Ferrara, l’atto di revoca per Marco Finotti della carica di vicesindaco e di assessore al bilancio e all’urbanistica. Contestualmente, il sindaco Alice Zanardi ha individuato un successore interno senza ricorrere a incarichi esterni. Si tratta di Marcello Barbè, capogruppo di maggioranza in consiglio che eredita assessorati e nomina di vice. Eletto consigliere nel giugno 2016, Barbè porta in dote un curriculum di tutto rispetto e se vogliamo coerente con deleghe e cariche: avvocato libero professionista dal 1993, nella pubblica amministrazione è stato vice segretario comunale e capo dell’ufficio segreteria e ufficio legale del Comune di Goro fino al 1993, per poi ricoprire incarichi di responsabilità nel collegio sindacale di diverse società private.

Nel passaggio dall’ex al neo, Zanardi riporta come sia “oggettivamente venuto meno il rapporto fiduciario tra delegante e delegato che è alla base della nomina, e che sia necessario eliminare le situazioni di conflittualità che possono essere di ostacolo alla serena prosecuzione dell’attività di governo di questa giunta comunale ed al perseguimento degli obiettivi amministrativi fissati dal programma di mandato”.

Separazione consensuale dunque compiuta, dopo che la questione migranti scoppiata cinquanta giorni fa aveva esasperato un rapporto personale già non disteso, secondo quanto riferito da Zanardi e dallo stesso vice, che mantiene la nomina di consigliere e siederà nei banchi di opposizione insieme al collega di partito Francesco Fabbri, sbilanciando non poco l’assiste consigliare.

Nel suo futuro politico per il momento niente ippica e niente scarpe al chiodo dunque, come auspicava e gentilmente consigliava il Pd Codigoro nei giorni esasperati che hanno anticipato il ‘tutto tace’ dell’ultimo mese. D’altronde la questione non era facilmente liquidabile.

OSPITE INDESIDERATO. In giunta ininterrottamente da 2000, con un seguito elettorale consolidato e non scalfito dal cambio di casacca (da Prc a Psi), Finotti è dato quasi per scontato tra i candidati alle amministrative del 2016, dove raccoglie il 15% delle preferenze ottenute dalla squadra di Alice Zanardi (309 su 2089) e insieme al collega Fabbri traina la lista alla vittoria (in due raccolgono il 22% delle preferenze, il 17% dei voti complessivamente ottenuti dalla lista e il 7% sui risultati elettorali comunali).

Aldilà dei numeri e delle competenze, sono anche gli accordi di coalizione da onorare (la volontà di correre da soli era mancata al Psi) a garantire a Finotti assessorati e nomina di vice. Ma l’indesiderio è tangibile da subito, come suggerisce l’esempio leggero del mancato invito ai festeggiamenti per l’elezione di Zanardi, e la convivenza è a tratti forzata.

ROTTURA A FUOCO LENTO. La questione migranti è stata la palla al balzo colta per gettare la maschera su una fiducia compromessa. La presa di distanza di Finotti e il comprensibile risentimento di Zanardi sui migranti accelerano su una rottura arrivata a fuoco lento. Nel dichiararla si sventolano politicamente i numeri prima citati: “Senza di noi, rappresenta il 35% dei votanti” dice l’ex vice, che gira il dito nella piaga (“Adesso il primo partito di Codigoro è il M5S”) e chiede a Zanardi coerenza e dimissioni (“senza di noi non avrebbe mai avuto la carica”). Dimissioni non raccolte.

MINORANZA ALLARGATA. La fuoriuscita del Psi pone fine alla maggioranza allargata, con il gruppo dem che serra le fila attorno al sindaco con 5 assessori e 4 consiglieri, fedeli e sufficienti per proseguire. All’opposizione intanto ai 5 consiglieri attuali si aggiunge il gruppo misto dei reietti Finotti e Fabbri. “Il nostro impegno per la comunità, a servizio dei cittadini, continua anche nella veste dei consiglieri” puntualizza il primo.

“Contenti e fieri la prima forza politica locale” i pentastellati di Claudio Dolcetti. “Strano che non si abbia fiducia in una persona scelta per incarichi importanti come quello del bilancio comunale. Probabilmente le motivazioni sono altre, sicuramente non nell’interesse dei cittadini. Ora – aggiunge – i 500 elettori del Psi dovranno porsi delle domande. Noi andremo avanti a battagliare sui temi espressi in campagna elettorale, su viabilità, piste ciclabili, mensa scolastica e prodotti locali, scuole, sanità e immigrazione”. E sull’annunciata mozione di sfiducia a Zanardi, “sarà eventualmente realtà una volta efficace la nuova composizione del consiglio”.

“Ora ognuno si prenderà le proprie responsabilità – commenta invece Marcello Guidi (Obiettivo Comune) – “visto che i panni sporchi non sono stati lavati in casa. Soprattutto alla luce del margine risicato di voti con cui la coalizione di maggioranza ha vinto, ora che coalizione più non è resta una ‘numerica maggioranza’. Speriamo che i prossimi tre anni e mezzo siano improntati su decisioni ragionate per il bene della collettività e non sull’opportunità del momento”.

“Credo poi – aggiunge Guidi – che scimmiottare una politica nazionale che ha raggiunto livelli bassissimi non giovi sicuramente alla comunità. Indistintamente dal colore o idea politica, sarebbe ora di rimboccarsi le maniche e smettere di guardare ognuno nel proprio orticello, cercando di proporre soluzioni per i problemi locali, disinteressandosi di chi in primis non presta orecchio alle necessità dei cittadini”.

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