di Giuseppe Malatesta
Lagosanto. Una barbabietola competitiva e sostenibile, premiata dal mercato e dagli agricoltori, che nell’ultimo anno hanno incrementato la produzione nonostante un’annata climaticamente avversa. Non si tratta di uno scenario utopistico, ma del bilancio positivo tracciato da Coprob, Cooperativa Produttori Bieticoli leader del settore bieticolo saccarifero italiano.
A chiusura di un lungo ciclo di dimostrazioni in campo e nel pieno di un percorso di innovazione tecnologica che ha coinvolto oltre 1200 produttori, Coprob ha incontrato parte delle 60 aziende agricole associate in regione nella laghese ‘Società Agricola Natalia’, una delle aziende che nel corso degli ultimi tre anni ha potuto letteralmente raccogliere migliori frutti grazie alla tecnica dell’ettaro bilanciato e all’impiego di speciali sonde isimetriche che hanno brillato in efficacia.
“Nel cosiddetto ettaro bilanciato trovano applicazione le migliori tecniche colturali da noi sperimentate, che, dati e confronti alla mano, hanno permesso di incrementare la produzione dal 30 al 50% e di raggiungere perciò i livelli tipici del Nord Europa, pari a circa 15 tonnellate di saccarosio per ettaro”. A dirlo è Alessandro Capelli, agronomo responsabile della programmazione Coprob, che riporta il feedback estremamente positivo dell’applicazione e il buon riscontro da parte dei produttori.
“Non si tratta di aumentare i costi di produzione – aggiunge – ma di porre maggiore attenzione all’epoca di intervento, alle tempistiche ai dosaggi, sempre nel massimo rispetto dei disciplinari di produzione. Giustamente i produttori hanno accolto molto positivamente questa modalità”.
L’entusiasmo degli agricoltori è anche quello di Massimiliano Cenacchi, responsabile dell’area agricola Coprob. “Il nostro è un prodotto incredibilmente in controtendenza: in un’annata difficilissima caratterizzata da altri raccolti in calo, la barbabietola non solo ha retto ma ha prodotto più degli altri anni (10,5 le tonnellate dell’ultimo anno rispetto alle 9,4 del precedente). Questo grazie all’applicazione della miglior tecnica, che è attenta alla tenuta invernale del terreno e si avvale delle innovative sonde isimetriche per leggere in anticipo le carenze della pianta attraverso l’analisi della soluzione circolante prelevata dal terreno. Si tratta di una soluzione certamente epocale”.
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