Cronaca
19 Settembre 2017
Carlo Dedoni e la moglie a processo per lo 'stalking di quartiere'

Inizia il processo contro “l’incubo di via Rambaldi”

di Daniele Oppo | 2 min

Leggi anche

Anselmo: “Fabbri usa denaro pubblico per fare comunicazione personale”

Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

Avrebbe adescato l’amichetta della figlia. “Nego tutto”

Parla e respinge ogni accusa il 49enne ferrarese finito a processo per adescamento di minore, pornografia minorile e corruzione di minorenne, dopo che tra febbraio e novembre 2018 - secondo la Procura - avrebbe adescato una ragazzina di 14 anni, compagna di scuola di sua figlia, prima inviandole foto dei suoi genitali e poi inducendola a fare altrettanto, attraverso lusinghe e regali - come ricariche telefoniche - per provare a ottenere in cambio la sua fiducia

Uno scorcio di via Rambaldi

Si è aperto con l’udienza filtro di lunedì il processo a carico di Carlo Dedoni – “l’incubo di via Rambaldi” – e della moglie Virginia Cerasi, imputati a vario titolo per minacce, atti persecutori e atti osceni: una specie di ‘stalking di quartiere’.

Il giudice Varatan Giacomelli ha ammesso le liste testimoniali presentate dai difensori degli imputati (gli avvocati Gianluca Filippone per Dedoni e Riccardo Ziosi per Cerasi) e delle parti civili (rappresentate dall’avvocato Patrizia Micai), chiedendo però di sfoltirle un po’ per non allungare troppo i tempi del processo.

Dedoni – che è agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato una pena a un anno, con braccialetto elettronico, per aver massacrato un suo vicino di casa –  era presente in udienza, portato dalla polizia penitenziaria.

La vicenda è quella nata con il caso del gatto Poirot per poi culminare quando Dedoni, picchiò a sangue il 61enne Gian Roberto Luzi davanti alla sua abitazione, adiacente a quella dell’aggressore.

Luzi, la moglie Rita Volpi, insieme a un’altra coppia di vicini, Antonio Faedda e Cristina Vici, si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Patrizia Micai e hanno chiesto di sentire come testmoni delle persecuzioni, minacce, violenze e offese che hanno subito i vicini della porta accanto. Almeno fino a gennaio 2017 (periodo di riferimento nel processo).

Si ritorna in aula il prossimo 12 ottobre.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com