di Marcello Celeghini
Sarà un momento di riflessione scientifica e presentazione di dati sull’esperienza ferrarese di cura dei malati di Alzheimer quello organizzato dall’associazione Ama in collaborazione con il Centro per i Disordini Cognitivi e il Reparto di Neurologia del Sant’Anna nell’aula magna di Cona nella giornata di giovedì 21 settembre. Il convegno, dal titolo ‘La malattia di Alzheimer: l’esperienza ferrarese’, è stato organizzato in occasione della XXIV Giornata mondiale dell’Alzheimer.
Durante la mattinata di studi, verranno presentati i risultati scientifici del progetto pilota di ‘Tangoterapia’ per i malati di Alzheimer e i loro famigliari realizzato nei mesi scorsi a Ferrara per la prima volta in regione. Il percorso ha previsto la selezione di quindici soggetti con la patologia in fase iniziale e un loro famigliare con l’intento di stimolare, attraverso il ballo, un’integrazione maggiore della persona malata con l’ambiente circostante. Lo studio ha tenuto in considerazione fattori come il tono dell’umore, la compliance terapeutica, la possibile riduzione dei disturbi psico-comportamentali e il possibile potenziamento dell’equilibrio motorio.
Il convegno sarà a partecipazione gratuita e per tutte le figure sanitarie che vi parteciperanno darà la possibilità di ottenere crediti formativi. Oltre al progetto di ‘Tangoterapia’, infatti, si farà il punto della situazione sulla rete organizzativa dei servizi per i pazienti affetti dalle patologie dementigene. Il programma prevede dopo i saluti istituzionali di Chiara Sapigni, assessore comunale alla Sanità, di Eugenio di Ruscio, direttore sanitario Azienda Ospedaliero-Universitaria, di Angela Alvisi, presidente Asp Ferrara, e di Claudio Vagnini, direttore generale Asl, un seminario sulle nuove proposte organizzative per la presa in carico dei malati secondo il modello regionale e un focus sugli interventi farmacologici e sulle associazioni di volontariato che sostengono le famiglie con malati di Alzheimer. “In assenza di una cura risolutiva – sottolinea il direttore sanitario, Eugenio Di Ruscio – il nostro obiettivo è quello di rallentare il più possibile il decorso della malattia andando a valorizzare al massimo quelle funzioni psicomotorie che ancora il paziente conserva. Questi momenti di studio e aggiornamento vanno in questa direzione: è fondamentale che medici, associazioni di volontariato e politica si incontrino per parlare di queste tematiche”.
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